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La vera equità in tempo di crisi, Dalla lettera di p. Mazzocchin

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La lettera del missionario

Cari amici, sono già passati tre mesi dal mio rientro in Africa e non mi sono ancora fatto vivo per ringraziarvi della vostra sempre fraterna accoglienza, per salutarvi e augurarvi tanto bene: la pace sia con voi!

Al mio rientro ho iniziato subito le attività: visita alle comunità di base, ai malati e alle scuole. Ovunque e sempre, come del resto mi capita quando mi incontro con voi, le domande sono le solite: cosa ho visto, cosa ho lasciato, com'è la situazione religiosa, sociale, economica in Italia...? Perfino i bambini s'interessano e fanno domande sulla scuola e soprattutto sul gioco!

È una bella abitudine, che non è per niente curiosità, ma interessamento, partecipazione, condivisione. Lo facevano anche con san Barnaba e san Paolo i cristiani di allora. Oggi è altrettanto bello e incoraggiante incontrare questa sensibilità fraterna e universale. Mi hanno ascoltato volentieri e poi quanti commenti!

Sì, qui siamo in un altro mondo: malati che non sono curati, come meriterebbe un essere umano; bambini che non possono andare a scuola se non pagano i maestri; l'agricoltura in uno stato di abbandono; le ricchezze del paese sono dirottate altrove.

Per fortuna le chiese sono piene, quasi sempre di povera gente; ma sono la nostra ricchezza, perché il Signore ha scelto proprio i poveri. Noi missionari continuiamo a dire a tutti che, nonostante il suo silenzio, Dio è in mezzo a noi e chissà cosa sta progettando, sempre per il nostro bene, anche qui sulla terra.

In questi giorni ci sono state anche le elezioni: speriamo bene, e per questo preghiamo. Sereno anno 2012.

p. Piero Mazzocchin, sx.


È pervenuta nelle nostre case, stampata sul bollettino parrocchiale di S. Lazzaro (Bassano del Grappa), la lettera riportata accanto, con gli auguri di p. Tino (Pietro) Mazzocchin, missionario da molti anni in Congo. È una lettera bella e ricca di significato; la seconda parte, anche se breve e sintetica, si commenta da sola: descrive la vita difficile in quella regione.

Il missionario da poco ripartito dall'Italia, immersa nella crisi, ci restituisce una frase forte: "Qui siamo in un altro mondo...". Che due realtà mi sono trovato di fronte!

Non c'è da stare allegri

L'Italia e l'Europa stanno attraversando un tempo di crisi drammatica, almeno stando a quanto ci comunicano quotidianamente: borse che salgono e scendono, spread che impazzisce, svariate ricette per risanare la malattia finanziaria, posti di lavoro che saltano, aumento della disoccupazione, famiglie che non riescono più ad arrivare a fine mese, giovani che non hanno alcuna prospettiva di occupazione, diminuzione dei consumi, aumento della povertà e avanti così...

Anche il settore in cui lavoro, quello edile, presenta difficoltà notevoli. Mancano progetti, nuovi preventivi, nuovi contratti; insomma mancano gli acquirenti e le vendite. In negozio passiamo la giornata guardandoci, il settore è paralizzato. E così si prospetta un futuro molto incerto, da non stare allegri.

Un colpevole invisibile

Stiamo vivendo tempi difficili, ci ha scritto nella lettera natalizia p. Elio Cosma, da poco rettore dei saveriani di Vicenza, evidenziando l'aumento dei numeri rossi anche nei conti della comunità. Purtroppo sono tutte verità. Questa crisi sembra non risparmi quasi nessuno. Su "Missionari Saveriani" leggevo che questa crisi dovrebbe pagarla chi l'ha causata. Ma chi l'ha provocata? Chi c'è dietro a tutto ciò? Sembra che dipendiamo da un virus letale, di cui non si conosce l'identità.

È bene risvegliare la nostra mente, consapevoli della realtà di vita di popoli e regioni povere, come racconta padre Tino nella sua lettera. Così, possiamo confrontarci con i fratelli più bisognosi e comprendere meglio le parole "crisi ed equità".

Spero vivamente che il termine "equità" sia ben applicato ed efficace per rendere la vita di ognuno di noi umanamente dignitosa.



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