Nel periodo estivo dai Paesi di missione tornano diversi bergamaschi: religiosi e religiose, sacerdoti fideidonum e laici. Anche il vescovo Francesco Beschi li ha incontrati, venerdì 19 giugno, presso il centro missionario di Bergamo. Eravamo una quarantina di persone: davvero una bella e variegata brigata!
Rimpatri “temporanei”
Il vescovo ci ha incontrati per ascoltare esperienze e provocazioni, e per farci sentire la vicinanza della chiesa madre, la chiesa di S. Alessandro, martire della fede.
La chiesa della terra bergamasca ci ha generati con il battesimo, cresciuti nella fede e messi sulla rampa di lancio che ci ha portati nell’orbita dell’attività missionaria. Tra i saveriani “rimpatriati temporaneamente”, in questo periodo estivo, p. Benigno Franceschetti e p. Gianfranco Sana dal Camerun, p. Giacomo Milani dal Messico, p. Giovanni Carrara dal Burundi, p. Franco Sottocornola dal Giappone, cui vanno aggiunte alcune saveriane.
Rientrano dalle missioni per una breve “pausa di lavoro”, per ricaricare le pile, fare la revisione del motore-cuore, rinvigorire lo stato della salute, rimettere a lucido i legami con i famigliari e la propria comunità parrocchiale.
Il fuoco della missione
Quest’anno i reduci missionari hanno trovato a Bergamo una chiesa che ha celebrato il 98° convegno missionario. Un successo mai visto prima. Domenica 1° marzo, 600 adulti e oltre 1.600 ragazzi, quest’ultimi provenienti da 83 parrocchie, hanno dimostrato che a Bergamo “il fuoco della missione” arde davvero. Numerosi missionari hanno potuto raccontare le proprie esperienze e il vescovo, in duomo, ha saputo caricare tutti di nuovo entusiasmo.
Relatori e testimoni hanno creato un clima “effervescente”. Il fatto che in questi ultimi anni il convegno missionario diocesano abbia visto aumentare sensibilmente il numero dei partecipanti è segno della sua capacità di rigenerare lo slancio missionario, interessando sempre più persone.
Chiesa ed Eucaristia
Il vescovo Beschi ha ricordato anche il programma che sta vivendo la diocesi di Bergamo secondo le linee della sua lettera, “Cristiani capaci di Eucarestia”, e si è dimostrato particolarmente attento alle esperienze di pastorale Eucaristica da parte dei missionari presenti all’incontro. Nelle missioni è evidente, più che altrove, che “la chiesa fa l’Eucarestia, ed è l’Eucarestia a fare la chiesa”, come diceva il grande teologo Congar.
I missionari “temporaneamente rimpatriati” potranno visitare l’Expo di Milano, dedicata all’alimentazione, dal titolo, “Nutrire il pianeta: energia per la vita”. Un’esposizione per ricordare a tutti che oggi oltre 800 milioni di persone soffrono la fame, mentre 2 miliardi e 800 milioni muoiono per malattie legate a obesità e sovrappeso.
Cambiare mentalità
I missionari, impegnati in tante nazioni segnate dalla povertà e dalla fame, rappresentano oggi i veri esperti dei grandi problemi dell’alimentazione. Ogni giorno entrano a contatto con quanti il “pane quotidiano” lo vedono solo in sogno.
I missionari si augurano che l’Expo non si riduca a una “esposizione” di buoni propositi, ma favorisca un cambiamento di mentalità, come ci ricorda il padiglione del Vaticano che sui muri porta scritto in ogni lingua le parole di Gesù: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano” e “Non di solo pane vive l’uomo”.
Tutti possano avere per sé e per i propri figli il pane quotidiano e ciò di cui ciascuno ha bisogno per sentirsi cittadino di una società umana.
E con il pane per il corpo, la missione della chiesa possa garantire a tutti il Pane per lo spirito, che è l’Eucarestia.
