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Padre Nicoliello, il veterano

Gesù Bambino ci ha fatto un dono, prendendolo in una delle nostre missioni. Poche settimane fa la comunità saveriana di Desio salutava p. Vincenzo Munari donandolo alla missione della Sierra Leone; dalla stessa missione, con una piccola valigetta e una borsa a tracolla, è arrivato a Desio p. Domenico Nicoliello. È un vero veterano della missione, se si pensa ai suoi 84 anni portati ancora con tanta energia e voglia di fare.

Con oltre 35 anni di esperienza in terra africana, p. Domenico ha spesso raccontato e scritto gli avvenimenti e la gente che lo hanno visto protagonista nell’annuncio del vangelo. Gli abbiamo chiesto quali pensieri e desideri lo animano ancora nella sua vita missionaria.

Dove trova tanta vitalità?

Sono le convinzioni di sempre: realizzare la nostra vocazione missionaria dove Dio ci chiama.

Perchè vuole tornare ancora in missione?

Ho già tante esperienze meravigliose, sia nel campo educativo che pastorale, e penso che possano essere utili. Poi si affacciano continuamente nuovi orizzonti di bene; la gente è disposta a cooperare, ha bisogno e aspetta. Aspetta qualcuno di cui ha fiducia; aspetta noi missionari. Non vorrei creare delusione e scoraggiamento. Il nostro ritorno dà gioia alla gente, come il papà o la mamma che tornano in famiglia dopo un periodo d’assenza.

La gente riesce a vivere seguendo il vangelo?

Gli esempi, anche se non eroici, sono tanti. È facile trovare fra loro persone che vivono i valori del vangelo, nella preghiera e nel lavoro, nella carità e nel perdono. Esempi di vita ci giungono anche dai più piccoli. Un giorno sono stato chiamato d’urgenza per assistere un moribondo sotto una pianta.

Molte persone, appena mi hanno visto arrivare, si sono avvicinate. Veronica, una bambina battezzata da poco, mi ha detto: “Padre, io ieri sera, anche se nessuno voleva portare nella sua casa questo poveretto, sono venuta a portargli un bicchiere d’acqua”. Le parole del Signore erano rimaste bene impresse nel cuore di questa piccola cristiana.

E gli adulti, le famiglie...?

Ho dedicato molti anni all’apostolato delle famiglie. La gente sta uscendo da una guerra civile lunga e spossante. In tutti c’è un grande desiderio di pace e di ricominciare. Vari giovani che ho preparato al battesimo stanno dando buon esempio. La nostra presenza è garanzia di speranza e di ripresa.

Cosa farà nel frattempo?

Come mezzo di apostolato ho spesso usato la penna, con varie pubblicazioni missionarie, tra cui “Il missionario comincia così”, che ha avuto due edizioni. Ora sto preparando un libretto in inglese. E poi spero di rendermi utile nella pastorale e nell’attività missionaria.



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