Padre Moioli dal Giappone
Il 14 e 16 aprile ci sono state le scosse più forti di questo terremoto infinito. Ha messo in ginocchio la regione di Kumamoto, nell’isola del Kyushu, dove lavorano sette saveriani che stanno bene. Nella mia cittadina, Kikuchi, che si trova in mezzo a due vulcani attivi, vivono più di cento cristiani.
Appena sentite le scosse, ci siamo rifugiati in macchina nel cortile della chiesa. Le luci della città erano saltate e non si poteva vedere quanto era successo. Con la luce del sole si è cominciato a costatare i danni: acqua non più potabile, corrente interrotta, strade bloccate, negozi senza la possibilità di rifornimenti.
In chiesa e nella mia casa, sembrava di vedere una piccola catastrofe; per fortune le tegole erano rimaste al loro posto, ma le crepe nel fabbricato si erano moltiplicate a dismisura. A distanza di un mese circa dalle scosse principali, continuano ancora quelle minori.
Si sta riparando ciò che si può e come si può. Ma è meraviglioso notare la rincorsa all’aiuto reciproco.
p. Pier Giorgio Moioli, sx - Kikuchi, Giappone.