P. Carrara e quel gesto gentile
P. Franco Sottocornola di Bergamo, da più di quarant’anni è missionario in Giappone dove ha fondato “Shinmeizan”, Centro di dialogo interreligioso. Descrivere p. Franco è impossibile, tanto è articolata e di spessore la sua storia. È stato mio insegnante di liturgia a Parma negli anni ’70 e prefetto degli studi della stessa Teologia, che in quel periodo sfiorava gli ottanta studenti. Nel 1961-1962 ha incrociato sul suo percorso p. Luigi Carrara, che era all’ultimo anno di Teologia. Ecco cosa ci racconta di lui.
A Pedrengo c’ero anch’io, quando p. Luigi Carrara entrò dai Saveriani nel 1947. Ero entrato l’anno prima, nell’ottobre 1946. C’era tanto entusiasmo e tanto fervore… Eravamo poveri, come la gran parte delle famiglie nell’immediato dopo-guerra, ma contenti! Venivamo educati al sacrificio e al coraggio, in preparazione alla vita missionaria, che ci appariva come un ideale affascinante ed eroico. Studiavamo, pregavamo e giocavamo, sempre correndo, a palla avvelenata o a bandiera... Rare le partite a pallone nel campo dell’oratorio vicino alla chiesa, ma tante camminate nei dintorni di Pedrengo e nei paesi vicini.
Di quel tempo trascorso insieme - quasi ottant’anni fa! - mi rimangono solo alcuni flash. A Parma ricordo Luigi nel 1961-1962, il mio primo anno come insegnante e secondo come Vicerettore degli Studenti. Mi è rimasta l’impressione di un uomo mite, dolce, sereno, buono, nel senso bello e forte del termine! Un piccolo episodio lo ricordo ancora bene, come se fosse oggi. Eravamo nel corridoio del pian terreno proprio all’entrata, vicino alla portineria. Era un momento di ricreazione. C’erano vari studenti, tra i quali Luigi. Si parlava scherzando sulla giovane età di alcuni degli insegnanti (specialmente di me, che ero più giovane di vari degli studenti, tra i quali lo stesso Luigi!) ed io - non mi ricordo più come - mi mostrai un poco risentito. Luigi, prontamente e bonariamente, si scusò dell’involontaria osservazione fatta! Sorridendo benevolmente.
Un gesto gentile e rasserenante che, non so perché, mi è rimasto impresso nella memoria in tutti questi 73 anni! O meglio, ora capisco il motivo: un gesto di finissima carità e gentilezza che copriva una mia mancanza di umiltà nell’accettare un appunto che non avevo gradito.
Da questo piccolo aneddoto emerge ancora una volta l’animo sensibile, gentile ma anche coraggioso di p. Luigi che ha saputo cogliere un disagio causato involontariamente e porvi subito rimedio con un atto di bella e sensibile attenzione. E ha lasciato un segno profondo in p. Franco che sicuramente avrà portato frutti nella sua lunga vita, prima di formatore e insegnante, e poi di missionario del dialogo in Giappone.