Mons. Conforti scelse Vicenza, Dal 1918...
Nel 2011, è prevista la proclamazione a "santo" del beato Guido Conforti, vescovo di Parma e fondatore dell'istituto dei missionari saveriani. Ma mons. Conforti ha avuto un rapporto particolare con la diocesi di Vicenza e con il vescovo di allora mons. Ferdinando Rodolfi, perché proprio qui egli volle aprire la sua prima scuola apostolica, fuori da Parma, per accogliere e formare i ragazzi aspiranti alla vita missionaria.
La prima "scuola apostolica"
L'istituto dei saveriani era stato fondato nel 1895 e aveva aperto una missione in Cina nel 1904. Nel 1911 la Santa Sede già elevava a vicariato apostolico l'Honan Occidentale, il territorio affidato ai missionari di mons. Conforti. Nell'aprile dell'anno seguente, mons. Conforti aveva la gioia di consacrare a Parma il primo vescovo del suo istituto, mons. Luigi Calza.
Purtroppo, le vocazioni erano scarse, anche perché Conforti aveva deciso di accogliere solo alunni che avessero terminato il ginnasio. Nel 1913 Conforti cambiò idea e pensò di aprire la scuola apostolica anche per aspiranti del ginnasio (attuali scuole medie). Perciò, spedì una lettera circolare ai sacerdoti di tutta Italia, informandoli e pregandoli di indirizzare al suo istituto giovani di buone speranze. Nell'ottobre dell'anno seguente ebbe inizio, a Parma, la scuola apostolica con una ventina di alunni.
Sulla via verso Thiene
Alla fine della guerra del 1915-1918, dato che ben pochi aspiranti provenivano da Parma e dall'Emilia Romagna, mons. Conforti pensò di fondare una scuola apostolica in una diocesi del Veneto, dove la fede era viva e i preti numerosi. Si rivolse perciò al vescovo di Vicenza con una bella lettera, chiedendo la sua disponibilità per quest'opera. La risposta fu molto incoraggiante, per cui mons. Conforti inviò subito p. Antonio Sartori a cercare una sede adatta.
Padre Sartori era stato missionario in Cina; aveva doti organizzative notevoli e un carattere affabile. Fece buona impressione ai preti vicentini e fu aiutato nella ricerca di un luogo e di un edificio. Fu acquistata una villa fuori Porta Santa Croce, sulla via verso Thiene. Era conosciuta come Villa Tacchi, già Villa Bertolini. Per la somma necessaria pensò un benefattore insigne, mons. Giulio Ratti della diocesi di Cremona.
Padre Sartori si diede da fare per i necessari restauri e per sistemare l'occorrente. La villa era stata occupata dai militari; letti e mobili furono lasciati a disposizione del nuovo istituto. Così nell'ottobre 1919 il gruppo degli aspiranti missionari di Parma fu trasferito a Vicenza. Erano quattordici ragazzi, quasi tutti del ginnasio. Il vescovo concesse loro benevolmente di frequentare la scuola del seminario diocesano.
L'incontro dei due vescovi
Mons. Rodolfi fu invitato a benedire la nuova cappella, adattata al primo piano. Nell'occasione, gli fu presentato un dono da parte di mons. Conforti, che voleva in questo modo manifestare la sua viva gratitudine. Si trattava di due bellissimi vasi cinesi di porcellana, alti 60 centimetri. Il dono risultò molto gradito.
Ci fu poi un primo incontro personale il 13 dicembre di quell'anno. Mons. Conforti si recò a salutare il vescovo nel suo episcopio e questi fu così gentile da accompagnarlo a casa, con il pretesto di voler visitare il nuovo istituto. Altri cordiali incontri si ebbero in seguito, ma di particolare importanza fu quello del 9 gennaio 1922, quando mons. Conforti si recò apposta a Vicenza a salutare p. Sartori, partente per la Cina insieme a p. Eugenio Morazzoni, p. Luigi Rotteglia e p. Luigi Magnani.
Iniziava una nuova stagione, con il nuovo rettore p. Pietro Uccelli, che rimase a Vicenza per più di trent'anni. Sarà un tempo in cui i vincoli di Conforti con mons. Rodolfi e quelli di p. Uccelli con la gente e i sacerdoti di Vicenza si faranno sempre più vivi. Ma questo è un discorso che merita un'altra puntata.