Indonesia: Nell'isola dalle mille moschee
Dopo la Messa di ordinazione uno zio, prete hindu, ha detto: "Adesso c'è tutto; c'è una guida per ogni religione che professiamo nella nostra famiglia". Infatti, io sono nato nel 1979 in una famiglia cristiana, ma tra gli zii tre sono hindu, uno musulmano e due sono cristiani.
Viviamo a Mataram, nell'isola di Lombok, conosciuta come "l'isola dalle mille moschee", con la popolazione in maggioranza musulmana. La chiesa in cui siamo stati ordinati p. Francisco, p. Alfonsus e io (primo saveriano in diocesi), era stata distrutta dai musulmani a gennaio del 2000. I cristiani avevano dovuto fuggire in luoghi più sicuri. Poi sono tornati e hanno ricostruito la chiesa, funzionante da dicembre 2008. Al rito dell'ordinazione c'erano anche tanti hindu e musulmani. Spero che le parole di mio zio esprimano la speranza di un popolo che vuole vivere in pace, condividendo la fatica e la gioia della vita quotidiana.
Mia mamma desiderava tanto esserci il giorno in cui il figlio più piccolo diventava prete; ma Dio ha voluto diversamente. Mamma ci ha lasciato un mese prima, per malattia. Grazie a Dio, ho potuto rivederla due settimane prima, tornando dal Camerun dove ho studiato teologia.
Ora sono missionario nelle isole Mentawai. Spero di testimoniare la fede cristiana con tutta la mia vita in mezzo a questa gente che desidera raggiungere la comunione con Dio.
"Signore, tu solo hai parole di vita eterna" (Gv 6,68): queste parole ispirano e accompagnano la fatica e la gioia di vivere la vocazione missionaria.