Indonesia: ''Sii fedele fino all'ultimo respiro''
Quando il vescovo, dopo l'ordinazione sacerdotale durata quasi cinque ore, si è inginocchiato davanti a noi tre saveriani e ci ha chiesto la benedizione, dentro di me sono sorti molti pensieri: chi sono io per poter benedire il mio vescovo? Nel cuore sono risuonate le parole di Maria: "grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente!". Dio ha concesso a me un grande dono, che è per tutta l'umanità.
Mi sento come un asinello, con Gesù sulle spalle, tra gli applausi gioiosi dei cristiani che vivono in mezzo a una marea di musulmani, anch'essi partecipanti alla santa Messa. C'erano i vicini di casa, cristiani e musulmani, i parenti che hanno dovuto viaggiare centinaia di chilometri dalle isole di Giava e di Bali. La cuginetta Cecilia ha detto che è stato un evento bellissimo incontrare tanti famigliari insieme. Mia nonna, musulmana, mi dice che prega sempre per me e per la mia missione, e mi chiede di essere fedele per sempre alla mia vocazione, fino all'ultimo respiro.
Il Signore mi dà coraggio quando ho paura, mi sostiene quando sono debole, mi consola quando tutto sembra buio e senza speranza. Con Lui, è cambiata la vita dei miei genitori, che sono stati musulmani. C'è un altro sguardo per vedere e ragionare, per valutare e reagire davanti agli eventi della vita. Egli ha cambiato la vita dei miei genitori e anche la mia vita.
Sento che il dono del sacerdozio missionario fa crescere la fede e la speranza di tutta la comunità cristiana.
È un'esperienza bellissima, che sintetizza un lungo cammino di fede, che non potevo immaginare prima. Se la missione chiede un sacrificio, non devo avere paura, perché anche nostro Signore Gesù è stato crocifisso.