Cinque simboli per un presepio, Nella cappella a Taranto
Il presepio allestito nella cappella dei missionari saveriani di Taranto in Lama, ideato e preparato dal rettore p. Piero Pierobon, è una catechesi semplice e profonda sul mistero del Natale di Gesù. Merita di essere oggetto della nostra riflessione, anche... a carnevale! Osserviamo bene tutti i dettagli nella fotografia e poi leggiamo la spiegazione.
Un'idea molto originale!
Tutti i presepi che comunemente vediamo, allestiti dai bambini e dai loro genitori negli angoli delle nostre case, rappresentano sempre e con grande efficacia visiva, il medesimo annuncio del mistero della incarnazione del Figlio di Dio, Gesù, per la salvezza dell'umanità.
Ma il presepio dei saveriani possiamo ritenerlo originale per il modo con il quale evidenzia e riassume il fatto storico del Natale. Il neonato Gesù, infatti, è attorniato da cinque simboli molto significativi che sono: la profezia, il compimento, il libro, la luce, le orme dei testimoni.
1 - Il tronco manifesta la profezia di Isaia che dice: "dal tronco di Iesse nascerà il Salvatore".
2 - Il Bambino nella mangiatoia di Betlemme è il compimento della promessa.
3 - Il libro del vangelo aperto è il segno del Verbo fattosi carne.
4 - La lanterna è il simbolo del Salvatore Gesù, che viene nel mondo "come sole che sorge".
5 - Le orme sono i piedi dei testimoni che, dopo aver visto Gesù Salvatore, partono dalla culla per andare ad annunciare la "Buona Notizia" a tutti gli uomini rappresentati nel mappamondo sullo sfondo.
La speranza si ravviva
Il profeta Isaia, ben seicento anni prima della nascita del Salvatore, aveva profetizzato al popolo che "un germoglio spunterà dal tronco di Iesse..." (capitolo 11, versetto 1). In quel periodo il popolo di Israele era sfiduciato e stanco di aspettare il Salvatore. Aveva quasi perso la speranza che la promessa del Salvatore si sarebbe realizzata. Il popolo sfiduciato di Israele viene raffigurato come il tronco di un albero che sta morendo. Il profeta, ispirato da Dio, ravviva nel popolo la speranza annunciando la sorpresa che Dio ha preparato: dal tronco quasi secco di Israele sorgerà un germoglio rigoglioso, immagine del Salvatore che certamente verrà.
Gesù Bambino nella mangiatoia è l'immagine più eloquente per dimostrare che la profezia di Isaia è diventata realtà: ha avuto il suo compimento nella nascita storica del Verbo di Dio nel piccolo corpo umano di Gesù, figlio di Maria Vergine.
Il libro del vangelo aperto rappresenta la "Parola di Dio fatta carne" nella persona di Gesù, che ci parla e rimane tra noi, nascosto nel mistero della sua continua presenza in mezzo agli uomini di tutti i luoghi e di tutti i secoli.
La luce e l'annuncio di pace
La lanterna accesa ci ricorda le parole della bibbia che, parlando del Salvatore, lo presenta come "il sole che sorge, capace di eliminare le tenebre". La luce rappresenta la vita; le tenebre rappresentano la morte. La luce è simbolo dell'umanità redenta, fatta uscire dalle tenebre della morte, per entrare nella nuova creazione. Attraverso il battesimo, gli uomini di buona volontà entrano a far parte della nuova creazione e, con la forza della grazia divina, si incamminano verso il traguardo della futura risurrezione.
Le impronte dei piedi, disposte verso l'esterno, rappresentano i testimoni che, dopo aver visto e incontrato il Redentore, da Betlemme vanno in tutto il mondo ad annunciare la salvezza e la vita a tutti i popoli della terra. Per questo motivo, c'è da rimanere incantati e meravigliati: "come sono belli i piedi di coloro che annunciano la pace!".
Tra quei testimoni dobbiamo esserci anche noi, che abbiamo celebrato il Natale. La "Buona Notizia" dobbiamo trasmetterla a tutti, vicini e lontani!