La povera capanna congolese, La gioia e la pace...
Nel 1972 ero missionario nel Kivu, una regione della repubblica democratica del Congo. Nella piana degli Elefanti, sul margine della strada all'altezza del villaggio Minò, situato su una radura arida, si trovava una povera capanna, piccola e bassa, giusto il minimo per viverci e passare la notte.
Lì vicino, accanto alla capanna, c'era una bella pianta di papaya, ricca di frutti e di fiori. L'alberello presentava il suo grappolo di grossi frutti, alcuni verdi e uno giallo, come uno dei nostri meloni, maturo e pronto per essere mangiato.
Passando per quel luogo verso sera, notai che fuori della capanna stava seduta una coppia di sposi in età avanzata; uno di loro stava leggendo a voce alta il vangelo. Queste persone semplici, che avevano appena il minimo indispensabile per vivere, erano intensamente attente, con il capo chinato sul vangelo che stavano leggendo.
Ni fermai a chiacchierare un po' con loro: lui era cattolico e la moglie era protestante. Pur nelle loro diversità di vedute religiose, convivevano serenamente con la Parola del Signore, e vedevo che dal loro volto traspariva una bella espressione di gioia. Erano poveri, ma dentro le parole del vangelo si sentivano ricchi e colmi della pace del Signore.
Quando ci siamo congedati e ho ripreso la mia strada, la fede di questa coppia di sposi mi ha fatto riflettere. Mi sono convinto ancora di più che il fondamento della vera gioia non deriva da qualcosa che passa e presto diventa niente, ma proviene da Colui che si è rivelato come il Verbo di Dio, Gesù Cristo Signore.