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Per la commemorazione dei 150 anni della nascita di san Guido Conforti, il cielo ha voluto regalarci una giornata di sole, più simile all’estate che alla primavera, che aveva già fatto in tempo a vestire di rosa e di bianco i rami fioriti dei ciliegi, dei mandorli e dei pruni di viale San Martino a Parma.

Alle 9,30 di lunedì 30 marzo i pellegrini assembrati nel cortile antistante la casa madre salgono sul pullman che li porta a celebrare l’evento nei luoghi della nascita e del battesimo del piccolo Guido Conforti.

Alle 10 facciamo la prima tappa a Ravadese, poco lontano dalla città. La chiesa è già piena di devoti di san Guido. Tre sacerdoti diocesani della vicaria ci spalancano le braccia e il cuore del benvenuto. Sono don Fausto Moro, don Dante Paglia e don Angelo Tamani, a rappresentare tutti i sacerdoti della diocesi di Parma.

A Ravadese, il fonte battesimale

Ci siamo tutti. La concelebrazione Eucaristica è presieduta dal delegato della direzione generale dei saveriani p. Eugenio Pulcini. Nell’omelia p. Eugenio parla del Servo di Yahvé, che possiamo considerare come l’icona del vescovo Conforti che insegna la dedizione totale alla missione. Citando poi papa Francesco, ritiene che il fondatore direbbe oggi le stesse cose di papa Bergoglio:

l’alzheimer spirituale paralizza la passione missionaria e rende triste l'apostolo.

Al termine della Messa, tutti i presenti si stringono attorno al fonte battesimale. Il battistero è oggi visitato da numerosi devoti di san Guido. Il memorialista p. Ermanno Ferro e il postulatore p. Guglielmo Camera ci edificano con inedite notizie sul bambino che fu battezzato in questa chiesa 150 anni fa. Dopo il canto dedicato a san Guido, (parole di p. Franco Sottocornola e musica di p. Mario Curione), i pellegrini riprendono il viaggio verso Casalora.

Un paesaggio profondamente cambiato

Il 30 marzo di cinquant’anni fa molti dei presenti a questo pellegrinaggio avevano celebrato il centenario della nascita di Guido Conforti (1865-1965). Il principale relatore in quell’occasione era stato p. Luigi Grazzi che aveva conosciuto di persona il fondatore e aveva scritto memorie preziose su di lui. La casa della sua prima infanzia era allora diversa da come ci appare oggi. Manca la lunga fila di cipressi, pioppi e alberi da frutta lungo i sentieri, che in quel tempo non erano asfaltati. La peschiera, ricordata da san Guido nelle memorie della sua casa natale e delle abitudini della sua infanzia, non esiste più.

Prima di entrare nel cortile, ci accoglie un moderno assembramento di pannelli solari. Ai margini delle strade esistono ancora i lunghi canali, realizzati dai Certosini, che trattengono le acque piovane e preservano i terreni coltivati da inondazioni pericolose.

Altalene e palloni nel cortile di Casalora

Nella casa natale del Conforti facciamo una sosta nella chiesetta-oratorio, costruita qualche decennio fa, per onorare il luogo dove il piccolo Guido aveva trascorso la sua infanzia. Dopo una breve preghiera, i pellegrini si disperdono in piccoli gruppi per visitare le adiacenze della casa e ciò che è rimasto delle stalle e dei vecchi magazzini.

I bambini dei nuovi proprietari dell’azienda agricola giocano nello stesso cortile dove aveva giocato il piccolo Guido. I giochi del Conforti erano differenti da quelli di oggi. Notiamo a poca distanza della cappella alcuni tricicli, due altalene, palloni da gioco e una giostra di plastica a misura dei nani di Biancaneve. Guido, ne siamo certi, guarda dal cielo e benedice.

Il casale riadattato alla vita moderna

La casa che fu del Conforti ha mantenuto la struttura che aveva 150 anni fa. Non ci danno fastidio i moderni mezzi di locomozione e quelli usati per coltivare razionalmente la terra. L’edificio è stato riadattato e ridipinto con molto gusto, secondo le esigenze di una famiglia dei nostri giorni. L’ingresso principale ha conservato la piccola nicchia che ospita la statua della Vergine Maria, come nelle antiche tradizioni contadine. A sinistra una targa marmorea fa memoria del luogo dove è nato san Guido. La camera da letto, dove mamma Antonia Adorni lo mise al mondo, è appena sopra la targa. La finestra è socchiusa. Oggi ci vive il più giovane dei proprietari.

Rispettiamo la loro privacy e non entriamo nella casa che appartenne ai Conforti. Ciò che abbiamo potuto vedere è sufficiente per ricordare il 150° anniversario della nascita di san Guido che da grande divenne vescovo di Ravenna e di Parma, il fondatore dei saveriani e il promotore della coscienza missionaria nel clero, nei religiosi e in tutto il popolo italiano per la conoscenza e il servizio alle missioni.

Colori e culture del mondo intero

I pellegrini credono che san Guido Conforti sia ancora vivo. Egli continua a vivere in noi, suoi missionari e amici.

È proprio questo il segno che i santi lasciano dopo essere tornati alla casa del Padre. Ci raccogliamo tutti insieme per la foto ricordo. La casa ci fa da sfondo. Poi, il pullman ci riporta a Parma. È mezzogiorno. L’agape fraterna nel grande refettorio dei saveriani, rinnova la memoria dell’evento.

La festa continua nei paesi dove i figli del Conforti annunciano e testimoniano il vangelo di Cristo in Asia, in Africa, in Europa, in America...

nella frenesia delle danze, al ritmo dei tamburi, al suono dei gamelang indonesiani, dei flauti e delle cornamuse tradizionali nell’arcobaleno di tutti i colori, di tutte le culture e di tutti i sapori del mondo.



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