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IL MIO SOGNO MISSIONARIO

IL MIO SOGNO MISSIONARIO

CONDIVISIONE DI UNA PICCOLA ESPERIENZA A PARMA.

Cosa mi ha lasciato l’esperienza di Parma?

         Dopo cinque anni in questa terra del nostro Fondatore, è ormai il tempo di andare. Andare verso l’altra riva del mare (Gv 6,1) come faceva il nostro Signore Gesù Cristo. Parto con un bagaglio abbastanza pieno. Innanzitutto pieno di esperienza ricca della nostra Teologia Internazionale di Parma.

Dove l’unità nella diversità non è un sogno ma una realtà. La nostra comunità è stata per me una grande scuola, in cui si impara a vivere come fratelli dello stesso Padre malgrado la grande diversità culturale che ci caratterizza. È un luogo in cui ho imparato ancora che cosa significa vita religiosa e missionaria. La gioia e la fatica di essere strumento del Signore morto e Risorto.  Ho imparato e ho visto che la vita missionaria ad gentes, ad extra e ad vitam, è ancora possibile

           la città di Parma ricca di cultura, di storia; la gente che ho incontrato nelle diverse parrocchie e altri ambienti ecclesiali in cui ho prestato servizio pastorale, mi hanno aiutato ad integrarmi nella società. Dunque porto con me il volto di tante persone che ci vogliono bene, e che sono sempre vicini a noi. Adesso credo che sia un momento di restituire il bene ricevuto a Parma, mettendomi di più a servizio degli altri, nell’ascolto, nella vicinanza, nello stare accanto come mi è stato fatto in questi cinque anni a Parma.

                                                                                                      Renovat Bikorimana

             Parma ha marcato la mia vita in modo particolare, per il fatto che mi ha fatto entrare un po' nella realtà ecclesiale, sociale e culturale dell’accidente che mi era estranea prima. Quest’esperienza mi ha aiutato a vedere che le differenze culturali sono una ricchezza e se sono vissute con umiltà diventano un aiuto nella vita. Posso dire che Parma mi aiutato a crescere spiritualmente perché vivere la mia fede in un ambito culturale, sociale ed ecclesiale diverso dal mio mi ha fatto scoprire quanto la fede in Gesù ci accumuna pur nella nostra sua diversità di viverla.

I cinque anni vissuti a Parma mi hanno fatto veder che l’ideale della nostra famiglia saveriana, cioè fare del mondo una sola famiglia in Cristo è più che un’ideale ma una realtà. Sono convinto che lavorando insieme con le persone che hanno una forma mentis diversa dalla tua è un cammino delicato all’inizio ma prezioso quando uno si lascia toccare dal modo di fare dell’altro, lo ascolta e cerca di lasciarsi guidare.

            Direi che l’esperienza vissuta a Parma è stata un aiuto per il mio futuro come missionario perché mi ha fatto superare la paura dell’altro diverso da me culturalmente e anche nel modo di pensare. Questo mi ha fatto veder che la missione esige prima di tutto camminare insieme con chi trovi al posto; ascoltare l’altro prima di essere ascoltato, saper la storia e la cultura dell’altro. Adesso posso dire dopo esser vissuto cinque anni a Parma sono preparato a qualsiasi missione.

                                                                                                                    Jean Paul Majambere

Quale sogno  per la missione?

          Spinto dallo Spirito di annunciare il Vangelo fino all’estremità della terra (At.1,8), il mio sogno missionario è di arrivare nella regione amazzonica del Brasile.

Dopo questa bella esperienza interculturale di Parma, vorrei continuare ad uscire in me stesso e nel mio ambiente culturale per continuare scoprire di più la bellezza dell’interculturalità, ma soprattutto arrivare all’estremità del mondo a causa del Vangelo.

Il sinodo sull’amazonia nello scorso ottobre, è stato ancora una grande spinta per me, perché si è rivelato ancora una mancanza o necessità della presenza missionaria in questa amata terra di Dio.  Penso che io sia più utile lì per essere al servizio del popolo indigene e per camminare con loro.

 Renovat Bikorimana

         Jean Paul Majambere, il mio sogno missionario risale dalla mia infanzia quando ho letto la vita di san Francesco Saverio che è morto alle porte della Cina, lì ho sentito in il desiderio ardente di continuare questo suo sogno di portare il vangelo al popolo cinese. Crescendo questo desiderio si è maturato ed ho chiesto di fare il cammino con i missionari saveriani che sono nati per evangelizzare questo popolo.

Sento in me la voglia di condividere la fede in Gesù con il popolo cinese, la cosa più preziosa che anche io ho ricevuto grazie alla condivisione degli altri missionari nel mio Paese. Questa voglia mi spinge verso i non cristiani in generale ma in un modo particolare verso il popolo cinese. 


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Pubblicato
17 Maggio 2020
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