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FILIPPINE: SFIDE E OPPORTUNITÀ NELL'APOSTOLATO

FILIPPINE: SFIDE E OPPORTUNITÀ NELL'APOSTOLATO

[dal sito Saveriani nelle Filippine – scritto da Anselm Ciza, studente di Teologia a Manila] * 

Secondo il nostro fondatore "la vita apostolica unita alla professione del voto religioso, è di per sé la vita più perfetta possibile". (LT 2) Pertanto, noi saveriani, ci impegniamo a continuare l'opera di Dio che ci chiama con due scopi: stare con lui e essere mandato da lui... (Marco 3, 13-15). Inviandoci, vuole che incontriamo le persone, che le serviamo e che ci lasciamo evangelizzare da loro. Finora, per quanto posso capire il nostro carisma, non siamo inviati a essere persone isolate. Piuttosto, dobbiamo aprirci l'intera creazione e predicare il Vangelo. Questo è ciò che chiamiamo apostolato.

            Sono nelle Filippine solo da sei mesi. Attingendo dalla mia piccola esperienza e tenendo presente che non conosco né la lingua né la cultura, mi chiedo che tipo di apostolato sono chiamato a fare. Mi chiedo se ci siano alcune sfide e opportunità nell'apostolato. C'è una chiamata speciale, un apostolato speciale per me? Quali sono le opportunità che posso trarre da queste sfide? Quando Gesù mandò i suoi discepoli prima della sua ascensione in cielo, soffiò su di loro il potere dello Spirito Santo; andarono in nuove terre e, sebbene non sapessero nulla del paese che li ospitava, hanno predicato il Vangelo e attirarono le persone a Cristo. Come sono riusciti a comunicare con quanti incontravano? Lo Spirito Santo lavorava in loro. Erano docili allo spirito di Cristo. Ora io mi chiedo: voglio anch’io essere docile come gli apostoli allo stesso Spirito di Gesù che lavora dentro di me e che continua a mostrarmi nuove vie, nuove opportunità di svolgere il mio apostolato?

            Al mio arrivo nelle Filippine, ho trovato la nostra comunità di studenti di teologia molto aperta e accogliente. Nelle domeniche seguenti, i confratelli mi han portato in diverse zone del loro apostolato. Posso dire in breve: sono stato ben iniziato. Non posso fare a meno di ricordare queste esperienze. Non conoscendo la lingua, che è la sfida principale, ho scoperto che da quella debolezza, Dio mi sta portando a sperimentare alcune opportunità. Ho l’opportunità di farmi guidare da questi miei confratelli, miei veri “traduttori ed insegnanti” della cultura filippina, l'opportunità di essere un missionario, l'opportunità di essere consapevole che Dio è sempre con me. Com'è bello e allegro incontrare persone che sono disposte a parlarmi anche se, virtualmente, non riesco a cogliere molto dai loro discorsi. Non è dunque questa una vera scuola di pazienza, gradualità e rispetto alla vita? Quando arriva il disappunto o quando sento la tentazione di voler gettare la spugna o mollare, è forse il momento per me di essere pigro e abbietto oppure è arrivato il momento di ascoltare l’invito dello Spirito Santo di usare quei doni che mi ha elargito a partire dal mio battesimo, specialmente il dono della conoscenza e della saggezza per studiare e lavorare sodo?

            Sono convinto che un missionario, nel suo apostolato, sia l'estensione di Cristo perché Gesù lo manda avanti "in ogni luogo dove Lui voleva andare" (Lc 10, 1). Lui ci guida e ci dice: "qualunque sia la casa o il paese in cui entri, per prima cosa benedici dicendo loro pace a questa casa" (Lc 10, 5).

            Tenendo presente questa qualità intrinseca di un missionario come uomo di pace, voglio confermare questo pensiero con quello di madre Teresa che vedeva il sorriso come il modo più profondo per iniziare la pace. Ecco perché anch’io cerco di fare “l'apostolato del sorriso”. Questa è anche una delle grandi opportunità che ho nel mio modo di trattare con le persone.

Ultimamente, sono impegnato a portare l'Eucaristia ai malati della zona assieme al fratello Cassien e sto sperimentando come anche solo un piccolo sorriso possa alleviare, lenire o addirittura ridurre il dolore di una persona malata. Ricordo di aver visitato un uomo costretto a letto per più di due anni: prima che noi entrassimo nella sua casa, l'uomo era abbattuto, ma quando alzò la testa e ci guardò sorridendo, potemmo vedere che il suo viso brillava di un bel sorriso e sentimmo la pace vera che sentiva nel suo cuore.

L'apostolato offre molte opportunità di sperimentare la felicità e la conversione. Sebbene il modo di raggiungere questa conversione sembri essere pieno di sfide, queste offrono anche molte possibilità contando sulle parole di Chi ci dice: “Sono con voi, fino alla fine del mondo “. (Mt 28, 20).

Con questa garanzia, di quale tipo di difficoltà posso avere paura?


Testo originale in inglese.


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Pubblicato
16 Febbraio 2020
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