Una settimana benedetta / 2
Diane e Marcellin sono sposati con rito civile da 11 anni. Il Signore ha concesso loro due belle bambine: Jasmina e Mary. In questi ultimi giorni il Signore ha toccato il loro cuore, invitandoli a fare l’ultimo passo: sposarsi in chiesa! E loro stanno rispondendo. Mi è stato affidato il compito di accompagnarli al sacramento del matrimonio.
“Questa è roba seria!”
Sabato santo hanno voluto far battezzare le loro due figlie. Sono stato invitato a partecipare alla loro nascita nella grande famiglia cristiana.
Una settimana prima, la domenica delle palme, incontro don Vittorio, parroco di san Patrizio (dove sono stato ordinato diacono). Gli racconto che mi avevano invitato la vigilia di Pasqua nella sua parrocchia. Allora lui mi dice: “Bene, così battezzi tu! Sei diacono, quindi lo puoi fare”. Pensavo fosse uno scherzo e invece...
Ed eccoci al sabato santo; alle 22,30 entro in chiesa. Al vedermi, don Vittorio mi chiama e mi abbraccia: “Buona Pasqua! Questo è il fonte battesimale, questo è il cero; durante il battesimo farai così e così…”. Tra me dicevo: è roba seria. Ero commosso; sentivo soprattutto la responsabilità di accogliere nuovi figli nella chiesa con il battesimo.
Indimenticabile prima volta
La Messa inizia. Si canta e si balla. I confratelli Ivanildo e Robertus animano la Messa con bei canti. Dopo l’omelia, c’è il rito del battesimo, invochiamo i santi e benediciamo l’acqua. Ed ecco il momento culminante.
“Jasmina, ti battezzo nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo”. “Mary, ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. È un momento indimenticabile, resterà inciso nel mio cuore. Seguono gli altri segni della nuova nascita. Don Vittorio mi lascia fare tutto. Ed ecco due nuove creature che rendono la famiglia cristiana più allargata e numerosa.
“Cari giovani, andiamo!”
Grazie, Signore, per tutti questi segni che mi hanno reso indimenticabile la settimana santa. Grazie perché veramente ho vissuto questa settimana con intensità e consapevolezza. Grazie di avermi fatto cristiano, missionario e diacono al servizio dei fratelli.
Ai giovani che vorrebbero consacrarsi rispondendo alla chiamata del Signore, vorrei dire e gridare: “Twende! Andiamo!”.
Andiamo insieme, perché è il Signore che ci guida. Lui chiama e noi possiamo rispondere o non rispondere, ma occorre provare a buttarsi tra le braccia di Dio. Lui non delude mai.