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Un amore sconfinato per i più poveri

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Carissimi amici,

prima di tutto un “grazie”, lungo quanti sono i chilometri tra il Bangladesh e l’Italia. Davvero il vostro affetto e la stima che avete per noi e per la nostra missione annullano ogni distanza. Sapete bene che qui in Bangladesh noi missionari siamo come una piccola goccia d’acqua in un mare di fratelli musulmani. Non ci manca certo la voglia di comunicare anche a loro la gioia di Cristo e del suo vangelo. Ma questo non possiamo certo farlo a parole. Addirittura, per ottenere il visto di entrata, dobbiamo dichiarare di non fare proseliti. Ma è già tanto che ci accolgano. L’unico mezzo valido per presentare il dono della nostra fede cristiana è quello di testimoniare un amore sconfinato per loro, specialmente per i più poveri.

Papa Francesco nella “Evangelii Gaudium” dichiara: “Può essere missionario solo chi si sente bene nel desiderare la felicità degli altri. Se riesco ad aiutare uno solo a stare meglio, questo è già sufficiente a giustificare il dono della mia vita...”. Sono parole davvero consolanti e incoraggianti per noi missionari in Bangladesh. È con queste convinzioni che qui ognuno di noi va avanti, cercando di fare del bene, dando così testimonianza di Gesù e del vangelo a chi non li conosce.

Ed io, nella piccola missione di “Asharbari-Casa della speranza”, sono proprio felice nel mio sforzo di aiutare i poveri disabili bengalesi a vivere meglio, curando le loro piaghe, riparando carrozzine e stampelle, offrendo migliori prospettive di vita a ciascuno. Sono grato ai fratelli musulmani per avermi accolto. Mi riempiono di gioia gli schiamazzi dei loro bambini, che ogni giorno vengono a giocare da noi. Sono grato al moezin della moschea che mi sta di fronte. Dal suo altoparlante, a squarciagola, tante volte al giorno mi aiuta a offrire tutto al Signore.

Questa missione, come tutte le altre missioni, continua anche grazie a voi, che siete missionari con noi, attraverso la solidarietà e la preghiera. Papa Francesco ha dichiarato il 2018 “Anno dei poveri”. Questo ci aiuterà a rendere ancora più forte il legame che ci unisce. Uniti dal ricordo reciproco nella preghiera, un grazie sconfinato sgorga dal nostro cuore.



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