Tanta fatica per nutrire la famiglia
In vari luoghi d’Africa quando uno è al lavoro, si sente dire dai passanti, “Du courage! - Coraggio!”. All’inizio, pensavo: non basta dire “Coraggio!”; bisogna aiutare concretamente. Era un ragionamento da… bravo italiano. Poi ho capito che non è una presa in giro, ma un incoraggiamento a chi lavora.
Ce ne vuole di coraggio a trovare qualche lavoro per nutrire la propria famiglia. Tutti cercano di fare qualcosa, anche i bambini: vendono caramelle, fanno dolci per strada, abbrustoliscono banane e mais, vendono arachidi lungo le strade. Tutto è buono per raggranellare qualche soldino e tirare avanti.
Ma ci sono lavori molto più faticosi. Già alle 5 del mattino, ai crocevia della città, vecchie camionette caricano come sardine la gente che va a lavorare nei campi, soprattutto mamme. Non si capisce come facciano, ma sopportano perché devono fare vari chilometri.
Arrivati nei campi, ognuno fa il proprio lavoro per coltivare mais, fagioli, arachidi, patate, manioca… È un lavoro duro, sotto il sole o con la pioggia.
Al tempo del raccolto, bisogna mettersi sulla strada principale, aspettare le camionette e caricare i prodotti, lasciando una parte del futuro guadagno per pagare l’autista e passare la “mancia” ai soldati e ai gendarmi negli innumerevoli posti di controllo (non si sa bene cosa controllino…).
Chi rimane a casa, si prende cura di galline, capre, maialini… Insomma, tutti si danno da fare, perché le bocche sono tante, e anche le spese: c’è da pagare la scuola dei figli, le medicine per le malattie, e tanti altri imprevisti.
I poveri sono davvero coraggiosi: ci insegnano tante cose.
A volte sento vergogna di fronte a loro: mangiano poco e faticano tanto. Anche quando sono stanchi, hanno sempre un sorriso per chi li saluta. Grazie, fratelli e sorelle d’Africa!