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Sulla via della pace e del dialogo

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Tutto un popolo vuole percorrerla

Per il momento le armi tacciano. Siamo nel periodo chiamato “di transizione”: prepariamo le elezioni, previste per quest’anno 2005. Ma rimangono ancora intrighi e indifferenza per la miseria e l’avvenire del popolo; permangono ancora ostinazioni nella logica di potere, di profitto e di guerra. Un pugno di gente, dalla cultura dubbiosa, prende in ostaggio il popolo, non tiene conto della parola data; fa e disfa le alleanze secondo gli umori e gli interessi egoistici; canta la pace, ma serve la causa della guerra.

Al lavoro per una società migliore

C’è dialogo (e sia sincero!). A metà novembre a Darem Salam c'è stata la conferenza sui Grandi Laghi: “dove i nemici infine si parlano, gli avversari tendono la mano, i popoli che si combattevano accettano di fare insieme una parte del cammino”. Un altro appuntamento è fissato per il prossimo giugno a Nairobi.

Intanto, la chiesa e la società civile sono impegnate ad animare persone, gruppi, comunità di base e scuole per creare consapevolezza su vari temi: la dignità della persona, i diritti umani, la pace e la giustizia, lo stato di diritto e la democrazia, il bene comune, i doveri di un buon candidato alle elezioni e quelli di un buon elettore...

Le attività in programma sono tante: incontri per animatori, interventi nelle parrocchie, gruppi di studio, schede informative e anche manifestazioni pubbliche (a Goma, alla marcia della pace è stato ucciso anche un giovane universitario). A Bukavu, chiesa e società civile, in collaborazione, sono attente come sentinelle a giochi nascosti e a colpi di coda, sempre possibili.

Beato il costruttore di pace!

Il 29 ottobre 2004, dopo otto anni dall’uccisione del vescovo, mons. Christophe Munzihirwa, eravamo in molti sulla piazza per ricordarlo; per dedicare a lui la piazza del suo martirio e per rinnovare l’impegno di seguire i suoi insegnamenti. Nei canti e nei discorsi commemorativi, ho sentito risuonare molte volte la parola heri, “beato”.

Beato questo vescovo che ha amato la sua gente, privata dei suoi diritti, violentata nella sua dignità! Beato Cristofero, il costruttore di pace! Se tutto un popolo inizia a capire il valore della pace e che si è beati donando la vita, allora è l’inizio di una realtà nuova. Allora c’è in vista una grande speranza per l’avvenire del Congo, che ha già tanto sofferto.



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