Sua eccellenza il “king”
La profonda riconoscenza della gente
Sono nella missione “Santa Croce” di Lungi, in Sierra Leone. Lungi è una cittadina sull’oceano Atlantico, nella diocesi di Makeni, ma non lontana dalla capitale Freetown. La realtà di questa missione è abbastanza complessa. Qui ero stato parroco tanti anni fa, nella mia prima esperienza missionaria.
Con il passare del tempo, quella missione è cresciuta ed è stata divisa in tre grandi centri parrocchiali. Ora io seguo pastoralmente una piccola parte di quella che era la grande missione di un tempo.
Un centro di fede e sviluppo
L’iniziativa più consistente è il “Centro Fede e Sviluppo”, che sta crescendo quasi miracolosamente e sta diventando sempre più importante. Quest’anno, il centro si è arricchito di una scuola professionale con più di cento studenti adulti. Adesso abbiamo il telefono; e ne approfittano tanti sierraleonesi che desiderano comunicare con i loro parenti che vivono in Gran Bretagna o negli Stati Uniti.
Anche il programma di alimentazione per bambini, con oltre 160 bambini sotto nutriti, sponsorizzato dall’Italia, andrà avanti ancora per un po’ di tempo.
Abbiamo scavato tre pozzi per soddisfare il bisogno di tanta gente che frequenta la missione. Due pozzi sono a un centinaio di metri dal mare; accanto ai pozzi, abbiamo costruito una nicchia della Madonna. A lei si rivolgono, per una benedizione, cristiani e musulmani che si imbarcano sulla spiaggia di Lungi verso la Guinea o verso la capitale Freetown, al di là del fiordo.
Onore a voi tutti!
Per queste ed altre iniziative a favore della gente di Lungi e della regione attorno, il capo supremo Konkanda e i suoi ministri hanno deciso di onorare la mia persona con un titolo nobiliare: sarei un… king, vale a dire, un “reuccio”. Mi hanno affibbiato il nome altisonante di king Komrabai Dalamodu Dumbuya. Cosa significa e cosa comporta un titolo del genere? …
Praticamente niente, dal punto di vista di potere. Solo che dovrei essere considerato la guida spirituale dei capi-zona del circondario che, tra l’altro, non sono sempre così regali e autorevoli come si potrebbe immaginare!
È comunque una specie di complimento. L’ho accettato in riconoscente memoria di mamma Anna, che ha fatto tanto per me missionario in Sierra leone; e anche per riconoscenza a voi tutti che mi aiutate così generosamente a svolgere la missione tra questa gente.
Un cantiere in piena attività
Abbiamo preparato bene il nuovo anno scolastico. L’attività delle scuole mi hanno tenuto impegnato nei mesi di agosto e settembre. Molte mamme sono venute a supplicare aiuto per poter mandare i bambini a scuola.
A questi provvedo con le adozioni a distanza, che tante persone generose fanno, inviando regolarmente il contributo mensile. Gli studenti aumentano. Ho dovuto allargare la tettoia dove fanno scuola i saldatori e anche la baracca dove lavorano i falegnami.
Le ragazze dei corsi di taglio e cucito riescono già a fare dei bei vestiti africani, le uniformi per i bambini e le bambine delle scuole elementari e bellissimi lavori in batik. Gli studenti di computer sono una cinquantina; gli operai occasionali sono una decina… insomma, la missione sembra un cantiere in piena attività!
Nel salone della missione, da lunedì a venerdì, è ospitato un asilo per bambini e bambine. La domenica, invece, il salone viene trasformato in sala da proiezione e riesce ad accogliere fino a trecento spettatori, piccoli e grandi.
Tre giorni la settimana i cristiani vengono per fare i loro incontri per la discussione di problemi da affrontare e per la formazione cristiana e sociale.
La domenica, poi, è il giorno più bello e atteso: la chiesa si riempie di fedeli e tutta la missione si riempie di gente per le varie iniziative religiose e ricreative.