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In estate vari saveriani rientrano dalle missioni per un periodo di riposo e cura. Alcuni passano anche da Brescia, per salutare e far visita alle redazioni delle riviste: si aggiornano, consegnano qualche foto e racconto delle loro attività, da pubblicare nei prossimi numeri.

Ci sono giornate in cui il nostro ufficio si trasforma in un... porto di mare. Ma è bello interrompere la stesura di un articolo o la sistemazione di una foto per mettersi all'ascolto di questi inviati speciali, che ci danno notizie fresche sulle missioni, sul loro lavoro e su quello dei confratelli, sulle situazioni delle nazioni in cui vivono. E i ricordi sono come le ciliege, uno tira l'altro.

P. Lago di nuovo... in gamba

Ha aperto la serie il vicentino p. Danilo Lago. In realtà, p. Danilo è fermo... al palo da un po'. Un brutto incidente in moto, avvenuto in Brasile, l'ha messo fuori gioco, costringendolo a tornare in Italia per rifare le operazioni e il recupero della gamba ferita. È venuto alla vigilia del ritorno in Brasile e sul viso si leggeva la felicità.

Ci ha raccontato dell'esperienza missionaria in Amazzonia, delle "lotte" contro i fazeindeiros, a fianco dei cercatori di lattice e mogano; ci ha descritto l'esperienza delle cooperative dei piccoli agricoltori di cacao, unico modo per difendersi dai latifondisti. Negli ultimi anni, p. Danilo si è occupato di diritti umani con la "Commissione pastorale della terra", che cerca di tutelare i diritti dei lavoratori e di combattere il lavoro-nero.

"Abbiamo l'appoggio del vescovo in queste delicate operazioni. Non sempre riusciamo a intaccare gli interessi di persone che hanno autorità e che riescono a corrompere i giudici". Il lavoro era tanto, fino a quando un trattore non gli ha tagliato la strada... Ora è pronto a ricominciare.

P. Lovat: dall'America all'Africa

Poi è stato il turno di p. Italo Lovat, anche lui veneto di Treviso. Con la sua parlata lenta ma ficcante, ci ha raccontato la sua esperienza negli Stati Uniti, tra i primi saveriani a sbarcare oltre oceano, dell'ordinazione sacerdotale in terra americana e degli anni passati da uno stato all'altro per le giornate missionarie. Poi il salto dagli Usa all'Africa, dove ha trascorso la seconda parte della sua vita missionaria.

Dopo l'esperienza in Congo, p. Lovat è passato in Camerun, a Benakuma, una missione che ha costruito dal nulla. "Nella mia vita ho avuto una prerogativa: aprire missioni in cui non c'erano ancora dei saveriani". Padre Italo sostiene di essere sordo, cieco e zoppo anche a causa di una rapina violenta subita poco tempo fa. "Tra le difficoltà ho dovuto mettere in conto anche la salute; sono sempre stato un po' malaticcio, ma se Dio m'aiuta a settembre vorrei ripartire: c'è la chiesa dedicata a San Paolo da completare e il sindaco di laggiù mi ha scritto che mi aspettano".

Ma i bresciani dove sono?

In un'unica giornata abbiamo avuto il piacere di incontrare p. Vinio Corda, cremonese di Soresina, veterano della missione nelle isole Mentawai, e p. Vittorio Mosele, veronese di San Bonifacio.

Padre Vinio, in Italia per festeggiare i 50 anni di Messa insieme ai confratelli del 1958, ha rivisto p. Ettore Fasolini, suo compagno di missione negli anni sessanta. Ricorda p. Ettore: "Vinio si spostava su barchette fragili, ma non sapeva nuotare e mai ha imparato!". Padre Vinio ha confidato: "Mio papà ha dato a noi figli nomi di battesimo con cinque lettere, come nel nostro cognome. Arrivato a me, aveva finito i nomi. E siccome vicino a Soresina c'era una vigna, è uscito Vinio, anche se da piccolo mi chiamavano Lavinio...".

Padre Mosele, invece, appena sbarcato dagli Stati Uniti, ha fatto un po' di shopping alla "Libreria dei popoli". Era accompagnato dal cognato Guglielmo Mazzi, fratello del famoso don Antonio. Padre Vittorio ha letto con piacere, quasi in anteprima, la pubblicità del suo libro "Ho salvato la pelle, ho lasciato il cuore", pubblicata a pagina 7 del numero di luglio-agosto.

E i saveriani bresciani? L'estate del 2008 ci ha portato solo qualche fugace apparizione di p. Savino Mombelli. Gli altri, forse, aspetteranno i rigori dell'inverno o addirittura il prossimo anno. E noi saremo pronti a fermare i computer per rimetterci all'ascolto.



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