“Siete il sale della terra”
Non è solo questione di gusto
Voi siete il sale della terra. Questa frase che Gesù ha detto agli apostoli e ai discepoli ha una enorme ricchezza di significati. Dispiace sentire, a volte, qualche predicatore in erba, che la svuota di senso. Ma proviamo a pensare: cosa intendeva dire Gesù con quella frase simbolica? Forse scopriremo qualcosa di importante anche per noi, giovani o anziani, che viviamo sulla terra.
Intanto, Gesù non ha detto “voi dovreste diventare” o “sarebbe bene che faceste in modo di essere il sale della terra”. No; ha semplicemente detto: “voi siete il sale della terra”. Cosa voleva dirci? Perché è chiaro che noi non siamo “il sale”...
Gesù parla con il cuore
Gesù era un orientale; ragionava e parlava da orientale. Cioè parlava con il cuore e non solo con la logica; usava un linguaggio intuitivo e faceva lavorare la fantasia creativa di chi lo ascoltava; agganciava le parole all’esperienza. Noi, invece, eredi del pensiero greco-romano, affidiamo la verità alla chiarezza dei ragionamenti e delle parole che li esprimono. Spesso togliamo alla realtà concreta e all’esperienza vissuta la capacità di esprimere validamente la verità delle cose e la ricchezza delle intuizioni. Forse anche perché oggi diminuisce sempre più il contatto con la natura e la vita quotidiana diventa sempre più una routine, e sempre meno un’esperienza.
E così capita di sentire tante cose strane: un predicatore spiega che il sale è necessario perché i cibi acquistino sapore; un dietologo afferma che il sale non è indispensabile alla salute; un medico consiglia di mangiarne poco, perché fa male... E Gesù a cosa pensava quando diceva: “voi siete il sale della terra”?
L’esperienza insegna...
In occidente e ancor più in oriente, il sale si usava soprattutto per conservare i cibi a lungo, con tutte le loro caratteristiche nutrienti; per tenerli ben compattati, come le verdure o la carne e il pesce, così da impedirne la corruzione. In questo modo, il cibo continua ad essere fonte di vita e garanzia per il futuro. Il sale, dunque, compatta insieme, conserva a lungo, è garanzia di vita futura.
In Giappone, nella lotta di sumo, il sale viene lanciato dai lottatori nel cerchio della lotta prima della sfida, per allontanare tutto ciò che separa la forza del lottatore dalla vittoria: il sale è prerogativa di vittoria. C’è anche un’altra usanza giapponese: fuori dai negozi si mettono mucchietti di sale affinché gli oggetti in vendita non si separino dall’interesse dei clienti e il negozio non sia isolato o passi inosservato.
Anche dopo una funzione funebre, prima di separarsi e tornare alle loro case, i partecipanti si spargono il sale sul corpo. La morte è separazione e isolamento. Il sale, invece, preserva l’unità.
Ha ragione Gesù: il sale ci vuole!
Perciò “sale della terra” è tutto ciò che rende compatto e conserva, mette insieme e unisce, dà forza e ripristina la vita. A ragione tutti noi, discepoli di Cristo, siamo il sale della terra. Nostro compito è tenere compatta tutta l’umanità, oggi più eterogenea che mai.
E anche noi missionari ci mescoliamo a voi, per essere sale della terra in ogni parte del mondo. Ci impegniamo a tenere la nostra famiglia saveriana unita, e mai separata dall’umanità. Perché il sale è garanzia di vita per tutta la terra. È parola di Gesù!