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Scusateci se...

Nel mondo imprenditoriale si insegna che la prima immagine dello stato di efficienza di una ditta viene proprio dalla persona che risponde al telefono o riceve in portineria. È vero. E non è solo questione di fare “bella figura”. Certamente, un’ottima prima impressione, unita  all’efficienza e alla gentilezza dei modi, permette a qualsiasi ente, privato o pubblico, di ottenere e conservare un buon numero di clienti.

“Pronto, chi parla?”

La nostra famiglia non è un’impresa né una ditta, e nemmeno un ente pubblico con interessi commerciali e finanziari. Ma questo non vuol dire che la prima impressione non sia importante. Purtroppo, a volte ci capita di trascurare la facciata, di essere imprecisi, di non curare le doti umane di gentilezza e cortesia, come invece si dovrebbe, anche senza cattiva volontà.

Sappiamo che situazioni di questo tipo fanno rimanere male, ma chiediamo un po’ di comprensione. La nostra è una famiglia numerosa. Al nostro telefono rispondono in tanti: alcuni lo fanno regolarmente e cercano di esprimere al meglio le loro qualità; altri sono volontari che dedicano alcune ore del loro tempo a questo prezioso servizio; altre volte, sentendo il telefono squillare, risponde chi è lì vicino.

Non è raro il caso che mentre si sta rispondendo al telefono, capitino alla porta altre due o tre persone che interferiscono, chiedono, parlano, domandano, hanno fretta... Certo, non siamo un... Giulio Cesare che riusciva - dicono - a dettare contemporaneamente sette lettere diverse!

È sempre una voce amica

Dicevo che al telefono rispondono in tanti. Padre Gismondo e il rinomato artista e pittore fratel Cesani, sono gli incaricati fissi. Ma anche altre persone - come Alessandro, Antonia e Teresa - si occupano della portineria con grande premura e solerzia. Li ringraziamo per il servizio che compiono.

E vorremmo dire che - nonostante tutti i difetti di voce, di tono e di accento - una cosa è certa: quando alziamo la cornetta del telefono, noi spalanchiamo il nostro cuore a chi ci chiama e ci richiede, a chi a noi pensa e si interessa. Sono due movimenti sincronizzati: alziamo il telefono e apriamo il cuore della nostra grande famiglia.

Ripeto: a parte il tono della voce, chiunque in casa nostra risponde “Pronto”, trasmette, a nome di tutti i saveriani, la nostra amicizia e fraternità. Anche se non siamo capaci di farlo secondo l’etichetta, assicuriamo che sempre risponde la voce di un amico e di una famiglia che ama il mondo con tutto il cuore. Quella persona, in quel momento, pone tutta se stessa in ascolto di chi ci chiama, mentre anche noi chiediamo un po’ di comprensione per non essere sempre puntuali, efficienti, precisi, gentili... come dovremmo.



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