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SUD/NORD NOTIZIE

Intesa con le spine

Accordo sul clima. È un’intesa storica, ma con le sue pecche, quella presa a Parigi dal meeting Cop21 sull’ambiente che ha visto riuniti 195 Paesi per 13 giorni di negoziati. È diventata patrimonio generale la consapevolezza che si deve agire subito. L’obiettivo è contenere il surriscaldamento sotto i 2 gradi, con riferimento ottimale a un grado e mezzo, entro il 2020. Il protocollo si basa, però, su una sommatoria di piani nazionali di contenimento delle emissioni di gas serra che saranno sottoposti a monitoraggi quinquennali fino a fine secolo, quando i gas dovranno essere abbattuti del 100% rispetto al 2010. Gli impegni sono all’altezza, ma i meccanismi di attuazione restano vaghi.

Accordo sul clima / 2. Detto che sono stati stanziati 100 miliardi per finanziare i piani di conversione delle nazioni deboli verso tecnologie nuove, vanno sottolineati due punti positivi dell’accordo. Il primo è che la Conferenza di Parigi segna la fine dell’economia basata su carbone e idrocarburi e il lancio dell’economia “verde”. Il secondo è che l’Europa ha portato dalla sua parte 80 Paesi in via di sviluppo, più Stati uniti e Canada, isolando India e Cina. Speriamo siano rose, pur con qualche spina.

Mal d’Africa

Burundi: è già guerra civile? “Con l’ultima serie di eventi violenti il paese sembra aver compiuto un ulteriore passo verso la guerra civile”. Lo dice l’Alto rappresentante Onu per i diritti umani, Zeid Ra’ad Al Hussein. Le dichiarazioni allarmiste sono state rilasciate dopo una serie di attacchi e una violenta repressione in più quartieri della capitale che hanno mietuto numerose vittime.

Oltre all’Onu, anche l’Unione europea chiede con insistenza l’apertura immediata di un dialogo politico per porre fine alla crisi. Intanto, il presidente Pierre Nkurunziza, in carica per un contestato terzo mandato, ha optato per la strategia del silenzio.

Uganda: la povertà rimane. L’Uganda ha registrato uno dei tassi di crescita più elevati del continente africano pur essendo un Paese privo di grandi risorse minerali e che ha sempre vissuto grazie all’esportazione di prodotti agricoli. Stabilità politica e regole di macroeconomia imposte dall’esterno sono state le colonne portanti del progresso economico. Tuttavia, nonostante questo successo, nel Paese continua a rimanere irrisolto il problema della povertà. Circa il 65% della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno.

Sud Sudan: c’è urgenza. Nel dicembre 2013 scoppiava il conflitto in Sud Sudan e i combattimenti iniziati nella capitale Juba si diffondevano rapidamente in tutto il paese. Lo Stato più colpito dalle violenze è però quello di Unity - nel nord del Paese, al confine col Sudan - dove la popolazione vive in condizioni terribili, i tassi di malnutrizione sono allarmanti e la necessità di accesso alle cure mediche non è mai stata così urgente. In occasione di questo triste anniversario, Medici Senza Frontiere (MSF) chiede il rispetto della popolazione e un aumento urgente della risposta umanitaria internazionale.

Un anno in fuga

Europa sveglia! “Mentre i leader europei discutono come fortificare ancora di più i propri confini, i bambini continuano a morire nel mar Egeo”, lo dice MSF.

“Un passaggio sicuro attraverso la frontiera terrestre tra la Turchia e la Grecia, oltre all’aumento delle operazioni di ricerca e soccorso nel mar Egeo, ridurrebbe immediatamente le morti in mare; ma le autorità europee preferiscono continuare a osservare la scena da lontano, piuttosto che fornire soluzioni concrete a queste tragedie. Con 60 milioni di sfollati, richiedenti asilo e rifugiati, il 2015 sarà ricordato soprattutto per l’incapacità dei governi di rispondere in modo adeguato a questa emergenza umanitaria".



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