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Primo: guarire il cuore - Una giovane nelle mani di Dio

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Il testo qui pubblicato è stato letto ai funerali di Giulia, una ragazza quattordicenne morta di tumore, il 23 agosto 2011 a Bergamo, quando la giornata mondiale della gioventù celebrava la via crucis. La testimonianza di Giulia ci mostra il valore della giornata della sofferenza, che celebriamo ogni 11 febbraio, festa della Madonna di Lourdes. Anche questo è un modo eccellente di vivere la missione.

La fede è la cosa che mi sta aiutando più di tutto ad andare avanti. Il pensiero che c'è un Dio che mi protegge e che fa di tutto perché le cose vadano al meglio, mi carica, mi dà grandissima forza...

La malattia non è stata un modo per allontanarmi dal Signore, ma per avvicinarmi a lui e al suo grande amore. La sera, quando magari sto male e ho tutti i miei problemi creati dalle terapie, il pensiero che lui è accanto a me, che c'è ogni giorno, che ci guida sulla nostra strada, passo dopo passo, che mi starà sicuramente coccolando, mi fa venire un sorriso e mi aiuta a stare meglio...

Affido tutto al Signore

La prima cosa da guarire è dentro: è il cuore... Ricordo quando ho fatto la Cresima: il don ci aveva spiegato che ricevendo il sacramento della Cresima, noi dobbiamo essere pronti a essere servi del Signore, a fare la sua volontà, a ricevere i sette doni dello Spirito Santo.

A me questa cosa continuava a frugare nella testa: che devo fare per essere la serva del Signore? E di lì a due mesi si è presentata la malattia, che ho vissuto proprio come impegno da "cresimata". Infatti, ogni giorno affido le mie sofferenze e anche le mie gioie al Signore, perché so che lì sono nelle mani giuste, e le offro a tante persone. Ognuno ha un Dio, Dio c'è per tutti.

Potete farlo anche voi, ragazzi! Offrite le vostre giornate a tanti altri ragazzi che soffrono perché non hanno la fede. Dio ci dà questa grandissima forza.

Caccia al tesoro, senza tesoro!

Molti ragazzi - ne conosco tanti anch'io - pensano che non andare più a Messa sia un modo per essere più grandi; che andare a Messa sia noioso. Pensano di essere autonomi, di non avere più bisogno di Dio.

Non è così! State facendo una caccia al tesoro senza il tesoro... Ma come, lui ci mette un tappeto rosso sotto i piedi e ci guida, ci tratta come delle star, e noi lo snobbiamo? Andare a trovare il Signore, riceverlo nel mio corpo attraverso l'Eucarestia, è proprio una cosa speciale per me.

Io ora so che la mia storia può finire solo in due modi: o grazie a un miracolo, con la completa guarigione, che io chiedo al Signore perché ho tanti progetti da realizzare, a partire da un gruppo di preghiera per i giovani; oppure andare incontro al Signore, che è una bellissima cosa. Sono entrambi due bei finali.

L'importante è che sia fatta la volontà di Dio.



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