Presepi di carta per solidarietà
Un semplice ma spazioso garage di casa si trasforma in laboratorio artistico. Su alcuni tavoli di diversa misura sono adagiate figure di carta e pezzi di compensato. Alcuni fogli raffigurano i personaggi del presepe, dai più nobili ai più umili; il tutto tra pennelli, barattoli di matite, archetti e lame da traforo...
Un gruppo di lavoro affiatato
In questo laboratorio incantato, da ormai sei anni, quasi ogni mattina da settembre a metà dicembre, tre amici di Oltrona S. Mamette si ritrovano per dare vita alle figure del presepe. Appassionati del presepe di carta, realtà umile e preziosa che odora sempre di antico. “Creatura” povera solo in apparenza, perché la carta è la base di tutti i presepi.
I nostri tre amici non sono soli nel loro impegno. Sono sostenuti dalla dedizione di chi, con semplici gesti di amore, prepara loro un caffè e da tante altre persone che da casa fedelmente e diligentemente eseguono ulteriori compiti a loro affidati. Con il loro impegno, tutti insieme fanno rivivere l’arte dei presepi di carta, che prese avvio in Italia nel lontano 1700.
Nei mercatini di dicembre
Sbirciandoli mentre sono al lavoro, si vede che ogni mattina la loro manualità è fatta di disegno, illustrazione, incollatura, intagliatura, sbavatura e poi composizione e prospettiva. Mettono insieme elementi per accompagnare ciascuno di noi a contemplare un Dio che in Maria viene a nascere come un batuffolo di carne in una notte di inverno.
Agli inizi di dicembre, poi, questi manufatti sono messi in vendita nei diversi mercatini natalizi della zona. Ogni anno il gruppo riesce a presentare e mettere in vendita circa 30 presepi di grande valore, alcuni antichi e altri di nuova ideazione. In tal modo, danno “carne” alla solidarietà.
Infatti, i nostri amici, raccogliendo con entusiasmo l’invito del loro concittadino p. Carlo Girola, missionario saveriano in Camerun, hanno l’unico scopo di aiutare alcune realtà nel Sud del mondo.
Quest’anno, quanto raccolto sarà devoluto per una scuola di agricoltura in Ciad e per l’orfanatrofio San Andrea di Satkhira in Bangladesh, dove da anni sono impegnati i saveriani.
La statuina dell’incantato
Da tempo, ho la gioia di guardare e ammirare i presepi del gruppo di Oltrona.
E ogni volta mi “imbambolo” sempre un poco.
È come se mi inoltrassi anch’io dentro la scena di allora e mi trasformassi in una statuina particolare del presepe, quella dell’incantato.
È un personaggio particolare, perché non porta nulla con sé ed è raffigurato sempre a mani vuote.
Sta lì solo con il suo stupore e la sua meraviglia, cogliendo nel segno l’evento nel suo segreto più vero, quello del Dio-con-noi.