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La rivoluzione della tenerezza

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Per superare l’attuale degrado umano, sociale e ambientale, la cultura dell’indifferenza e riportare l’umanità alla civiltà dell’amore, papa Francesco invita a entrare nella “rivoluzione della tenerezza” (Evangelii gaudium 88). Il nostro mondo sta perdendo la cultura dell’incontro e dell’ascolto dell’altro e sta andando verso un progressivo imbarbarimento. Lo stiamo vivendo oggi in modo acuto non solo nell’efferatezza del terrorismo, ma anche nel persistere e nell’aggravarsi delle situazioni d’ingiustizia tollerate e spesso volute.

SIAMO FATTI L’UNO PER L’ALTRO

L’imbarbarimento del nostro mondo ha radici lontane nel tempo, ma l’odierno processo di globalizzazione le fa giungere fino a noi, anestetizzandoci nei confronti della sofferenza che noi, magari senza accorgercene, produciamo. Non solo. In questo clima di paura e d’insicurezza anche le relazioni interpersonali stanno via via degenerando: diciamo di non aver tempo, ma in realtà l’altro non ci interessa, temiamo d’incontrarlo per non essere disturbati, ci si saluta appena e ognuno tira dritto per la sua strada, non abbiamo più tempo di guardarci attorno, abbiamo perfino paura di doverci fermare.

Eppure Dio ci ha creati l’uno per l’altro. L’altro, nel disegno creatore, non è un estraneo o un nemico da cui guardarci, ma un fratello, una sorella con cui condividere quello che noi siamo. Quando questo bisogno reciproco viene frustrato, il cuore umano si svuota della gioia, si riempie di tristezza e nasce in noi una durezza di cuore fatta di freddezza e rigidità nei sentimenti. Si comincia così a difendersi dall’altro e a chiudere non solo le porte, ma a costruire muri e barriere.

LA VIA D’USCITA È LA MISERICORDIA

Il Papa ha suggerito una via di uscita: la via della tenerezza e della misericordia. Il termine tenerezza è abbastanza inusuale nel lessico religioso, è quasi uno shock, perché allude a un sentimento sentito di solito come sdolcinato e perfino effeminato. Ma la tenerezza è la caratteristica dell’amore tenero e fedele degli sposi e in particolare della madre. È un movimento intimo, causato da un fremito di amore che diventa commozione, com-passione, capacità di soffrire con chi soffre.

Tenerezza esprime l’amore meglio del termine misericordia, che pure dice un cuore per i miseri, ma che rischiamo di confondere con un sentimento di pietà paternalistico che va dall’alto in basso. La Bibbia non teme di attribuire la tenerezza a Dio e a Gesù che si commuove davanti alla fame della folla o alle lacrime della vedova di Naim. Ne fa la caratteristica del buon samaritano e del padre misericordioso nelle parabole del vangelo secondo Luca. 

SENZA TENEREZZA NON C’È FUTURO PER IL MONDO

Perché il Papa insiste sulla tenerezza e ha addirittura convocato i cristiani a celebrare un anno santo della misericordia? Perché il mondo ha bisogno di tenerezza, perché la vita oggi è diventata per molti una dura fatica, perché i rapporti si sono fatti “senza pietà”, senza prossimità, senza affetto e perché con la sola giustizia non si esce dai conflitti. Non dobbiamo aver paura di essere teneri, di intenerirci toccando nei poveri la “carne di Cristo” (Evangelii gaudium 24), di lasciarci impressionare e commuovere dalle sofferenze altrui.            Oggi c’è bisogno di tenerezza per ricostruire la società del nostro mondo e non cadere nel cinismo. Senza misericordia, tenerezza ed empatia non c’è futuro per il mondo. Per questo il Papa nell’omelia della notte di Natale del 2014 ha esclamato: “Quanto bisogno di tenerezza ha oggi il mondo!”.

MISSIONARI DELLA TENEREZZA E DELLA MISERICORDIA

Quante volte le relazioni tra gli sposi vengono meno, perdono la forza dell’amore, diventano indifferenza e rischiano di arrivare perfino alla violenza, proprio perché manca la tenerezza! Quante relazioni di amicizia ingrigiscono perché non si è capaci di rinnovare il legame con la tenerezza! Quanti incontri si fermano all’affare e al business, e non sbocciano in relazione per mancanza di tenerezza! Quanti progetti di pace e di aiuto ai poveri si snaturano, abortiscono o si burocratizzano per mancanza di prossimità e di tenerezza!

Davvero, non bastano i progetti, né i mezzi economici: se non c’è amore, prossimità e partecipazione nella tenerezza, tutto si arena. All’inizio di quest’anno Santo della misericordia proponiamoci di essere ovunque missionari di tenerezza e misericordia!



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