Pasqua, sogno di fraternità: Un tumulto di affetti inesprimibili
Ecco una profonda riflessione del santo vescovo e missionario sulla santa Pasqua.
La chiesa ci ripete oggi esultante il saluto pasquale che la prima volta risuonò nella bocca dell'angelo: "È risorto!". Questa magica parola, che compendia la più grande epopea, mette in agitazione il mondo, perché equivale al più sublime dei cantici, splende di una luce celeste ed è piena di vita, di movimento, di allegria e di speranza.
Il Signore è davvero risorto!
Noi pure abbiamo subito il fascino di questa parola, e quando l'abbiamo udita echeggiare, abbiamo provato dentro di noi un tumulto di affetti inesprimibili perché sovrumani, un qualcosa che per un istante ci ha fatto dimenticare di essere in terra. Abbiamo sperimentato tutto il gaudio di essere cristiani e di avere come nostro Maestro il vincitore della morte e dell'inferno. La nostra fede si è sentita come rinvigorire da nuova forza e, prostrati in spirito dinanzi a lui, abbiamo esclamato dall'intimo del cuore, con quella viva convinzione che deriva dalla realtà di un fatto grandioso e misterioso, di cui non possiamo dubitare: credo e adoro; il Signore è veramente risorto!
Noi pure abbiamo sperimentato quello che sperimentava il geniale poeta inglese Alfred Tennyson (1809-1892), che scriveva nell'entusiasmo poetico: "O campane squillanti nell'ampio cielo, suonate via le fuggenti nubi, la gelida luce: suonate via il vecchio, suonate il nuovo; suonate felici campane... suonate via il falso, suonate la verità; suonate via ogni vecchia lurida forma di mali, la cupidigia dell'oro, le mille guerre passate, suonate via tutte le tenebre della terra, suonate al Cristo che deve trionfare".
Il trionfo su menti e cuori
Cristo è veramente la risurrezione e la vita. Egli è veramente il trionfatore, perché ha trionfato sulle menti e sui cuori, e ha fondato un regno che non vedrà tramonto: il regno della verità e della giustizia, il regno della vera libertà e fratellanza universale, destinato a unire tra loro con il vincolo soave della carità i popoli della terra, per formare una sola grande famiglia.
Oggi Cristo comincia la sua marcia trionfale. Ma questo trionfo sulla mente e sui cuori che oggi inizia deve perpetuarsi lungo il corso dei secoli, deve perpetuarsi nell'individuo e nella società, attraverso quella religione santissima di cui egli è l'autore e che ne incarna lo spirito e i voleri, e per la quale regna sulle anime che ha redento e che hanno accolto la sua fede, la sua parola di salvezza e di vita.
(23 marzo 1913 - Parma, Omelia pasquale)