Nasini p. Gino sacerdote da 50 anni
Domenica 5 luglio a Monte Urano, un piccolo paese nella diocesi di Fermo e provincia di Ascoli Piceno, tutta la comunità parrocchiale si è radunata per i cinquant’anni di vita sacerdotale e missionaria del saveriano p. Gino Nasini.
Quella mattina, il sole splendeva fin dentro la bella e grande chiesa, attraverso le sue vetrate. Ciò abbelliva ancora di più la celebrazione che stava per iniziare. Anche noi della comunità saveriana di Ancona abbiamo partecipato volentieri a questa ricorrenza. Al mattino presto, p. Giancarlo Lazzarini e io ci siamo incamminati per salire fino a Monte Urano.
La chiesa gremita
Padre Gino ha vissuto 50 anni di vita sacerdotale e missionaria tra Stati Uniti e Brasile, una vita al servizio dei fratelli, a cui ha annunciato la buona Notizia. Con uno sguardo riconoscente e con voce commossa, ha iniziato la celebrazione Eucaristica nella chiesa gremita di fedeli.
Il suono avvolgente dell’organo riempiva la chiesa e invitava l’assemblea alla lode con il canto “Chiesa di Dio, popolo in festa, allelluia alleluia…”.
Dallo sguardo di p. Gino e dagli occhi di noi tutti, si poteva notare che il sacerdozio missionario è un dono prezioso, anche dopo oltre metà secolo!
Ha ripercorso la propria vita
Prima dell’ascolto della Parola di Dio, come si suol fare in Brasile e in Africa, accompagnata da un sottofondo musicale, c’è stata la processione con il vangelo, portato a passi lenti dalla nipotina di p. Gino. Egli, nella sua omelia, ha ripercorso quasi tutta la sua vita, in cui ha scorto la mano del Signore, Compagno fedele che risolleva, libera e rinnova il mandato missionario.
Per far capire cosa significa essere missionari, cioè mandati a tutti i popoli e uniti a tutti i popoli della terra, il “Padre nostro” è stato recitato prima in lingua Swahili da me (mia lingua materna) e poi in italiano.
Canto con battimani
Alla fine della comunione, prima dell’orazione finale, abbiamo fatto un canto di ringraziamento rivolto al Signore per il dono prezioso della vita, una dedica consona per questa ricorrenza.
Per rendere partecipi i fedeli, ho invitato tutti ad accompagnare il canto seguendo il ritmo con il battito delle mani, così da creare un vero sottofondo musicale africano.
L’assemblea in piedi accompagnava con gioia il canto, il cui significato avevo spiegato prima. Il canto è stato composto da mons. Christoph Munzihirwa, vescovo martire di Bukavu in Congo, e dice così:
“Ti ringrazio, Signore, per tutti i benefici che compi nella mia vita. Da quando sono piccolo, mi hai amato, mi hai dato la vita e mi hai custodito, grazie a te, Signore mio Dio.
Il Signore è mio baluardo e mio pastore, anche se dovessi avere difficoltà, non avrò timore. Grazie a te, Signore mio Dio”.
Tutti i giorni della vita
La celebrazione si è conclusa con un filmato che percorreva i momenti più significativi della vita di padre Gino, soprattutto in Brasile, con diverse immagini del suo servizio missionario.
A conclusione, p. Nasini ha detto:
“Una sola cosa ho chiesto al Signore, abitare la casa di Dio tutti i giorni della mia vita,
per contemplare il suo volto e annunciare le meraviglie che egli non cessa di compiere nella mia vita e in quella dei fratelli sparsi nel mondo”.
Queste le parole che sono sgorgate dal cuore e dallo sguardo commosso di p. Gino Nasini, dopo 50 anni di vita sacerdotale e missionaria.
Gli auguriamo di continuare la missione per molti anni ancora, a servizio di Dio e della chiesa.