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Missioni Notizie: Tsunami in Indonesia, Proposte operative

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Per aiutare, occorre trasparenza e chiarezza, anche nel metodo: tenendo presente le situazioni reali, vogliamo dare importanza alle persone, ai giovani e alle famiglie, in stretta collaborazione con le autorità locali e con le chiese, senza creare doppioni o concorrenze. Si pensa anche alle biblioteche, ai libri e materiali scolastici: un aspetto trascurato, ma che è di fondamentale importanza per ricostruire l'infrastruttura culturale, anch'essa andata distrutta.

12 gennaio 2005

Grazie alla bontà di tanta gente e agli aiuti di tante nazioni, l'Indonesia ha potuto far fronte al dramma dell'emergenza. Il coordinamento degli aiuti incontra ancora molte difficoltà, anche perché ci sono state tante vittime anche tra le autorità e lo sgombero delle macerie resta difficoltoso poiché mancano attrezzature adeguate. Purtroppo, sotto le macerie e nel fango, si trovano ancora cadaveri da seppellire; i morti in Aceh, Sumatra del nord e Nias sono calcolati oggi a oltre 105 mila.

Quant'è penoso vedere i sopravvissuti che cercano i loro parenti e non sanno ancora se sono vivi o morti! Alcune televisioni non statali danno una mano mostrando le fotografie dei rifugiati nei campi di soccorso, con le indicazioni di dove si trovano. Anche i telefoni hanno ripreso in parte a funzionare.

In alcuni campi di rifugiati è ripresa la scuola sotto le tende o all'aperto, tenuta da volontari universitari di varie organizzazioni. Il governo indonesiano spera che per la fine del mese la scuola possa riprendere in tutte le zone disastrate. Naturalmente, senza quaderni e senza libri: a questi si penserà più tardi. Anche per le protesi a chi è rimasto menomato si penserà in seguito.

Purtroppo tra i sopravvissuti le malattie polmonari e infezioni - compreso il tetano - aggravano la situazione. Non è ancora possibile sapere esattamente quanti siano i bambini e ragazzi rimasti orfani. Il governo ha invitato i cittadini benestanti ad adottarli, tenendo presente anche la loro identità religiosa, per evitare conversioni forzate; ha anche vietato l'uscita dall'Indonesia degli orfani dai 16 anni in giù, per evitare il traffico di bambini. Il modo migliore per aiutarli è sicuramente quello delle adozioni a distanza, che potrà essere organizzato con efficienza solo in un prossimo futuro. Aggiungo ancora che le diocesi di Medan e Sibolga, che sono nelle zone sinistrate, stanno facendo progetti molto concreti che vanno oltre l'emergenza.

13 gennaio 2005

Le due diocesi di Medan e Sibolga, maggiormente colpite, stanno lavorando secondo le linee operative concordate per aiutare nella ricostruzione, in collaborazione “attenta” con le autorità locali. L'attenzione è necessaria perché tutto vada a buon fine e perché la carità non provochi accuse e sospetti di cristianizzazione .

Ieri, 12 gennaio, il ministero degli affari sociali di Jakarta ha fornito gli ultimi dati sulle vittime: 106.262 sono i morti nella provincia di Aceh;  i morti a Sumatra del nord sono 261, di cui 227 nell'isola Nias (dove io stesso ho lavorato come missionario per 12 anni). I dispersi sono ancora circa 15.000 e gli sfollati sono oltre 700.000. Le case completamente distrutte ad Aceh sono 29.759; a Nias sono più di 300.

Pochi minuti fa, ho preso ancora contatto con p. Barnabas della diocesi di Sibolga. Mi ha detto che una delle necessità più urgenti è proprio quella delle case. Il governo locale darà a ogni famiglia circa sei milioni di rupiah - circa 500,00 euro - se la casa è stata completamente distrutta. La diocesi ha già cominciato ad aiutare nella costruzione delle case, per un massimo di 1.000,00 euro per casa - compreso l'aiuto del governo - fornendo il legname e le lamiere ondulate per il tetto.

La scuola di falegnameria dei cappuccini a Nias fornisce anche aiuto pratico nella costruzione delle case. La dimensione e la forma della casa è lasciata alla discrezione degli interessati stessi, ai quali viene chiesto di collaborare con gli operai della scuola di falegnameria e con le autorità locali. Penso che questa sia la strada migliore, perché suscita collaborazione e crea fraternità.

Successivamente si ricostruiranno anche le case per le famiglie di altre zone e, se ci saranno le possibilità, si aiuteranno le famiglie a riparare le case danneggiate, ma rimaste in piedi. Ovviamente non si fa distinzione di religione e si collabora anche con la chiesa protestante e con le organizzazioni islamiche.

Oggi siamo tutti chiamati ad essere “la mano di Dio che aiuta, la voce di Dio che consola, il cuore di Dio che ama”. Pregate perché noi missionari, che siamo qui tra la gente che soffre e spera, non facciamo fallimento in questo compito, che appartiene alla missione per la quale siamo stati inviati.

Saluto e ringrazio tutti. p. Vincenzo Baravalle.


COME AIUTARE CON I MISSIONARI SAVERIANI

Tante famiglie e organizzazioni dall'Italia chiedono in quale progetto possono aiutare. Non è facile rispondere oggi in modo esaustivo a queste richieste. Segnalo solo alcuni settori che si stanno tenendo presenti nella programmazione da parte delle diocesi:

•  La scuola: adozioni a distanza, sostegno a famiglie con bambini in età scolare, edifici e materiale scolastico, libri per studenti e per le biblioteche, eccetera.

•  L'agricoltura: sementi, fertilizzanti, attrezzatura semplice e piccoli mezzi di trasporto dei prodotti agricoli.

•  La pesca: barche e reti per le numerose famiglie di pescatori che vivono nelle isole.

•  La sanità: medicinali, attrezzatura medica di base, poli-ambulatori eccetera.

•  Le abitazioni e la ricostruzione di case, in situazioni urgenti e laddove il governo locale non riesca a farlo.

Questi sono solo alcuni esempi per ricordarci che, passato il momento dell'emozione, arriva il momento della fraternità solidale costante e continua. Vi ringrazio di cuore per l'interesse che dimostrate nei riguardi del popolo indonesiano, colpito da tanta sofferenza, e per il desiderio di portare sollievo e aiuto ai sopravvissuti.

Chiedo, infine, un po' di preghiera per tutti noi. Le domande che sorgono in noi e in tutto il popolo sul perché di questo drammatico evento ci aiutino a scoprire il volto di Dio Padre, che ci vuole tutti fratelli e sorelle, nella stessa famiglia umana.

p. Vincenzo Baravalle, sx.


Chi desidera partecipare alla realizzazione di questi progetti,

può utilizzare il Conto corrente postale n. 204438, intestato a: Procura delle Missioni Saveriane, Viale S. Martino 8 - 43100 PARMA.

Si prega di specificare la causale, “Aiuto Indonesia”. Grazie.



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