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Missioni Notizie: Egitto, Malesia, mons. Romero, Belém, p. La Ruffa

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Cristiani nel mirino

Egitto: Natale di lutto. Sette persone sono state uccise nella cittadina di Nagaa Hamadi, a circa 65 chilometri da Luxor, nella notte del Natale ortodosso, celebrato il 7 gennaio. I fedeli stavano uscendo dalla chiesa della Vergine Maria, quando da un'auto sono stati esplosi colpi di arma automatica. L'attentato, secondo il vescovo mons. Zakaria, nasconde motivazioni politiche: "Vi è un disegno per promuovere l'islam politico da parte di alcune forze. Il clima è diventato pesante. Ci accorgiamo che qualcosa sta cambiando e non in meglio".

Sono sette milioni i cristiani, in maggioranza copti, in Egitto, distribuiti in comunità, specialmente lungo la valle del Nilo.

• Malesia: "Allah" fa discutere. A inizio anno, diverse chiese cristiane del Paese sono state attaccate, come reazione alla decisione dell'Alta corte della Malesia di autorizzare un settimanale cattolico a utilizzare la parola "Allah", "Dio" in lingua araba. In un primo tempo, l'autorizzazione era stata revocata a seguito dell'intervento del governo, che aveva fatto riferimento a un pronunciamento islamico ("fatwa") del 2008, secondo il quale la parola "Allah" può essere impiegata in Malesia dai soli musulmani.

Contro le proteste e le violenze e a sostegno dell'uso in comune della parola "Allah" si è espresso un influente partito islamico malese, sottolineando come la parola appartenga alla tradizione teologica delle tre religioni monoteiste (ebrei, cristiani e musulmani) che hanno in comune il capostipite Abramo. I vescovi della Malesia hanno ribadito l'urgenza di lavorare per il dialogo e l'armonia sociale, disinnescando la conflittualità che gruppi fondamentalisti vogliono accendere nella nazione.

Segnaliamo che...

• Mons. Romero: 30 anni dopo. Nell'ambito del cammino di riflessione missionaria per il 30° anniversario del martirio di mons. Oscar Romero, la Consulta missionaria giovanile (CoMiGi) propone a tutti i giovani un week-end di spiritualità missionaria dal titolo: "Romero pastore, profeta e martire. Un segno del Sogno".

Il "ponte" dal 30 aprile al 2 maggio sarà l'occasione giusta per incontrarsi a Rocca di Papa (RM), presso il Centro di spiritualità "Mondo Migliore", e riflettere sul grande sogno di mons. Romero per annunciare il regno di Dio al suo popolo.

A 30 anni dalla sua morte, quel segno ci parla ancora? Come si realizza quel sogno nella nostra vita?

Queste domande saranno il filo conduttore di un percorso di in-formazione su Oscar Romero. È già possibile iscriversi al week-end sul sito web http://www.mgm.operemissionarie.it/, dove si trovano anche il programma e tutte le informazioni necessarie.

• Nuovo vescovo per Belém. Dopo quasi un anno di attesa, è stato nominato il nuovo vescovo di Belém do Parà. Si tratta di mons. Alberto Taveira Corrêa, 60 anni. Parroco nella città natale di Nova Lima (diocesi di Belo Horizonte) ha ricevuto l'ordinazione episcopale nel 1991. La sua nomina era attesa anche dai saveriani che lavorano nella diocesi di Belém.

Una storia speciale

• Il "Robin hood" dell'Indonesia. Padre Aldo La Ruffa, saveriano calabrese e missionario da mezzo secolo in Indonesia, ha 82 anni e ancora tanta voglia di fare. Lavora nell'ospedale diocesano "Yos Sudarso" di Padang e deve vincere un'ultima sfida: trovare 3 milioni di euro necessari per ricostruirlo. Spiega p. Aldo: "Qui non esiste il welfare. Se un cittadino si ammala, deve pagarsi stanza, medicine e cure". Per questo, p. Aldo ha studiato un sistema tariffario che consente ai ricchi il ricovero a pagamento in stanze più confortevoli. Con i soldi ricavati è possibile offrire la degenza ai più poveri.

L'ospedale è stato progettato dallo stesso p. Aldo, ingegnere mancato, e ha retto a un terremoto terribile pur uscendone gravemente lesionato. La struttura assiste 140 persone al giorno, ma il pronto soccorso è sotto un tendone. "È l'unico ospedale cristiano nella regione e curiamo tutti. Abbiamo resistito alla accuse di proselitismo, assumiamo anche personale islamico e non convertiamo i pazienti in corsia. Il governo però non ci darà una rupia per la ricostruzione".



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