Messaggi dalle chiese: La fame non è una fatalità
Dal messaggio di Benedetto XVI per il vertice Fao, tenutosi a Roma a inizio giugno.
La crescente globalizzazione dei mercati non sempre favorisce la disponibilità di alimenti e i sistemi produttivi sono spesso condizionati da limiti strutturali, da politiche protezionistiche e da fenomeni speculativi che relegano intere popolazioni ai margini dei processi di sviluppo. Alla luce di tale situazione, occorre ribadire con forza che la fame e la malnutrizione sono inaccettabili in un mondo che dispone di risorse e di conoscenze sufficienti per mettere fine a tali drammi e alle loro conseguenze.
La grande sfida di oggi è quella di globalizzare non solo gli interessi economici e commerciali, ma anche le attese di solidarietà.
Vi esorto ancora a proseguire in quelle riforme che sono indispensabili per affrontare con successo i problemi del sottosviluppo, di cui la fame e la malnutrizione sono dirette conseguenze. Povertà e malnutrizione non sono una fatalità, provocata da situazioni ambientali avverse o da disastrose calamità naturali. È necessario aiutare le popolazioni che soffrono per la mancanza di cibo a divenire gradualmente capaci di soddisfare le proprie esigenze di un'alimentazione sufficiente e sana.
Le difficoltà odierne mostrano come le moderne tecnologie, da sole, non siano in grado di sopperire alla carenza alimentare. Se il rispetto della dignità umana fosse fatto valere sul tavolo del negoziato, delle decisioni e della loro attuazione, sarebbe possibile adottare provvedimenti coraggiosi che non si arrendono di fronte alla fame e alla malnutrizione.
La difesa della dignità umana nell'azione internazionale aiuterebbe a misurare il superfluo e ad amministrare secondo giustizia i frutti della creazione, ponendoli a disposizione di tutte le generazioni. La chiesa desidera unirsi a questo sforzo