Mapana, donne indigene in azione!
Paolo Braghini è un frate cappuccino italiano, missionario in Brasile, che ci racconta un aspetto particolare del Solimões.
Nel 2008 le donne indigene di Belém di Solimões si rendono conto che non potevano più aspettare dagli altri (governo o istituzioni) soluzioni ai numerosi problemi di ogni giorno. Insieme alle proprie famiglie e ai fratelli cappuccini, decidono di rimboccarsi le maniche e trovare soluzioni concrete per il futuro dei loro figli, del loro popolo e villaggio.
Così, creano la Mapana, associazione delle donne indigene, utilizzando il nome della prima donna della mitologia ticuna. L’associazione da allora è velocemente cresciuta e le donne si sono sempre più organizzate in quattro attività per favorire un’economia locale, sana e rispettosa verso la cultura indigena e l’ambiente: artigianato, agricoltura, cucina, taglio e cucito.
Le donne della Mapana oggi provano una profonda gratitudine, come ha detto molto bene la presidente Adelina Fidelis Ramos. “Oggi a scuola i nostri bambini e ragazzi ricevono finalmente un’alimentazione sana, che non proviene più dalla capitale (Manaus), ma è frutto delle piantagioni delle loro mamme e papà. Infatti, la produzione agricola è aumentata e diverse scuole acquistano la merenda dalla nostra associazione. In tal modo, oltre a sostenere l’economia locale e familiare, garantiscono anche una alimentazione naturale e sana! Lo stesso accade con le divise scolastiche, che sono realizzate a Belém da noi donne della Mapana e non più in città”.
Fin dall’inizio, la principale alleata dell’associazione è stata e continua ad essere la chiesa. Anni fa c’erano i frati cappuccini, italiani. Poi, con l’arrivo del vescovo mons. Adolfo, anche i saveriani ci sostengono, insieme a tutta la parrocchia. Ci hanno aiutato a trovare nuovi amici e sostenitori.
Le donne della Mapana ringraziano tutti gli amici e benefattori per il loro sostegno. Moẽtchi! Tupana peẽtü naweme! Grazie di cuore! Che il Signore vi benedica!