Mai più bambini in schiavitù!
Campagna quaresimale saveriana
Ogni anno, con l'inizio della Quaresima, la comunità saveriana di Cremona offre agli amici lettori l'opportunità di prendere parte ad una campagna di solidarietà che si conclude a fine maggio. Domenica l° giugno, celebreremo la festa dei benefattori e sarà organizzata la sottoscrizione volontaria a premi.
"Mai più bambini schiavi"
Il tema che proponiamo quest'anno ben si adatta agli impegni che la chiesa raccomanda ai cristiani per la Quaresima: preghiera, digiuno, ascolto della Parola di Dio, carità operosa, conversione sincera, ripudio del male. Il titolo può sembrare strano per chi non conosce una sconvolgente realtà che già si credeva ' superata da secoli: la schiavitù degli esseri umani. È davvero ripugnante che dopo duemila anni di cristianesimo, in un mondo che ritiene di aver raggiunto una civiltà superiore, possa ancora esistere lo sfruttamento del lavoro minorile.
Lo vergogna della schiavitù minorile
Leggo che in Italia ci sono 300.000 bambini lavoratori. In America del Nord, cinque milioni di bambini lavorano come schiavi. Nel!' America Latina, sono addirittura 50 milioni. In Africa, ben 70 milioni di bambini lavorano come schiavi; hanno dai 7 ai 14 anni. Nella sola India, 55 milioni di bambini faticano nelle fabbriche di tappeti, di fiammiferi, di surgelati, di mattoni e perfino di giocattoli, con cui loro non giocheranno mai.
A Kigali, in Rwanda, le bambine lavorano nelle fornaci e trasportano mattoni, tutto il giorno, per un piatto di riso. In Egitto, invece, raccolgono fiori di gelsomino: un lavoro bello, se non cominciasse alle tre del mattino e non rompesse loro la schiena, perennemente in flessione.
In Colombia, i bambini vengono utilizzati nelle miniere di carbone: le gallerie sono molto basse e gli adulti non potrebbero entrarci. Vivono come topi, ripiegati su se stessi, respirando umidità e polvere di carbone, per una paga da fame.
In Mauritania (Africa), le famiglie più povere vengono convinte a vendere bambini tra gli otto e i dodici anni per 200 euro l'anno. Saranno impiegati come fantini di cammelli nelle corse per ricchi scommettitori degli Emirati arabi.
Le cifre della vergogna non finiscono qui
Basterebbe pensare ai 300.000 bambini rapiti e impiegati come militari in almeno 50 conflitti armati. Negli ultimi dieci anni, sono stati massacrati ben due milioni di bambini, e altri cinque milioni hanno subito mutilazioni permanenti. Altre decine di milioni hanno subito gravi danni psicologici, non meno difficili da curare e guarire.
Vogliamo cambiare il mondo
Davanti a questo scenario terribile e raccapricciante, che sembra far precipitare il mondo nella melma, ci sentiamo piccoli come formiche e incapaci perfino di tendere le mani a chi è accanto a noi. Ci sembra una folle utopia pensare di poter cambiare questo mondo. Ma ... sarebbe una vergogna non desiderarlo.
Una goccia nel deserto
Quello che possiamo fare è come una goccia d'acqua in un deserto, ma tante gocce insieme fanno la pioggia che disseta, che purifica, che feconda la terra. L'anno scorso un centinaio di famiglie, con meno di un euro al giorno, hanno aiutato 250 bambini - soldato ad abbandonare le armi e a riprendere la scuola in una missione della Sierra Leone.
Un altro centinaio ha fatto adozioni a distanza per altrettanti bambini africani del Congo. Attraverso la scuola e apprendendo qualche mestiere utile, li hanno salvati dalla strada ed hanno assicurato loro un avvenire migliore.
Decine e decine di altre famiglie hanno aiutato i bambini del Bangladesh, del Rwanda, del Brasile, dell'Amazzonia, per liberarli dalla miseria e dalla fame, che sono le prime cause della schiavitù.
Come è stato possibile fare tutto questo?
Sono state organizzate tante piccole iniziative: tombolate natalizie; distribuzione dei lumini in ogni famiglia della parrocchia; offerte di bambini per santa Lucia; offerte di ragazzi e genitori per le feste di compleanno; offerte raccolte nei matrimoni; l'iniziativa "Non fiori ma opere di bene!" in occasione di funerali ... Insomma, tutto questo è uno scenario di vita che dà speranza e gioia. È un inno corale di amore e di libertà che abbraccia tutti i bambini del mondo, come figli di una stessa grande famiglia.
Resta vero, purtroppo, il detto brasiliano: "Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce". Ma non c'è confronto di grandezza tra un albero che cade e un'intera foresta che si alza; tra il male che accade sulla terra ed il bene che fiorisce nella vita dei figli di Dio.