Lo spirito dell'internazionalità
Un "ragionamento" semplice, valido per tutti
Dal 18 giugno, i missionari saveriani sono radunati nella casa di Tavernerio (CO) per compiere il Capitolo generale, cioè l'assemblea che riflette e decide sulla congregazione per i prossimi sei anni. Uno dei temi di riflessione è l'internazionalità dell'istituto saveriano. Pubblichiamo un simpatico "ragionamento" del superiore generale.
In treno da Genova a Roma, sono capitato in un compartimento in cui viaggiavano tre giovani piemontesi, tutte con il fidanzato a Roma. Era un venerdì sera. Quasi tutte le settimane queste ragazze andavano a Roma per passare sabato e domenica con i loro ragazzi.
Per tutto il viaggio sono stato involontariamente informato su tanti aspetti della loro vita, impedendomi quel sonnellino che avrei fatto volentieri. Le tre giovani sottolineavano il perso approccio alla vita, su tanti aspetti, dei piemontesi e dei romani. Ogni tanto emergeva una preoccupazione per il futuro di coppia: "Saremo capaci di adattarci a questo modo perso di vedere e di vivere le cose...?".
L'applicazione alla nostra situazione crescente di multi culturalità è facile. Nella vita di coppia o nella comunità il problema è fondamentalmente lo stesso. Al Capitolo generale parliamo di "spiritualità dell'internazionalità". Se si vuole costruire l'internazionalità è indispensabile riflettere sulla spiritualità.
Mi limito ad alcuni accenni.
Gesù e il suo vangelo e l'azione dello Spirito sono per tutti il primo punto di riferimento: è la novità evangelica che consente l'apertura della famiglia alla missione e all'internazionalità.
La persità è ricchezza, perché esprime l'infinita ricchezza di Dio creatore. La multi culturalità, quindi, fa parte del piano di Dio per il mondo e per l'umanità.
Valori e limiti: il valore delle proprie ricchezze culturali ci fa conoscere anche i propri limiti. Infatti, a ogni persona non è dato di vivere tutti i valori contemporaneamente, ma solo alcuni.
Siamo "razzisti" un po' tutti, e quindi bisognosi di conversione. La tentazione del razzismo, cioè di giudicare il mondo a partire dalla propria razza e visione del mondo, è nel cuore di ciascuno di noi.
La differenza etnica e culturale spesso la usiamo come ricatto nei confronti dell'altro, per difendere i nostri spazi e i nostri difetti e per ottenere ciò che vogliamo, senza pensare anche ai doveri che abbiamo.
Tornando alle tre ragazze del treno, alla base del superamento delle differenze e delle lontananze, c'è un innamoramento. Se questo non c'è, almeno a livello di desiderio, sarà impossibile passare da una convivenza basata su un equilibrio al ribasso a una vera comunità internazionale.
Mi domandavo: "Chi glielo fa fare a queste ragazze questo viaggio da Torino a Roma - andata e ritorno, quasi ogni settimana, con relativi costi - e perdere così tutti i loro weekend? E perché non cercano un ragazzo del loro paese per sposarsi...?". Evidentemente, io non ragionavo da innamorato!
Ricordiamo che il beato Guido Conforti, fondatore dei saveriani, nella sua lettera testamento, chiedeva a tutti noi "l'amore intenso per la nostra famiglia e carità a tutta prova per i membri che la compongono".