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Diffondere nel mondo la carità di Dio

Benedetto XVI dal 9 al 14 maggio si è recato in Brasile per inaugurare la V Conferenza del Consiglio Episcopale Latino-Americano (Celam). Tutti i mass media, ricordando le posizioni severe assunte dall'allora cardinale Ratzinger nei confronti di certe tendenze della teologia della liberazione, hanno seguito con curiosità e interesse il viaggio e i vari discorsi del Papa. Ma penso siano rimasti delusi.

Catturato dalla calda cordialità della gente, la sua visita è stata caratterizzata dalla discrezione e dalla bontà, anche se la sua parola è stata come sempre precisa e senza incertezze, nel tracciare il cammino per la chiesa latino-americana dei prossimi anni.

Papa Benedetto ha seguito il tema della Conferenza: "Discepoli e missionari di Gesù Cristo, affinché le nostre popolazioni abbiano in lui la vita". "Discepoli e missionari": un binomio inscindibile, che sposta, in un certo senso, l’attenzione delle Conferenze precedenti, centrata sui temi sociali importanti, verso una missione più integrale.

Attratti dall'amore di Dio

Come imprimere nuovo slancio all’evangelizzazione in America latina di fronte alle "sfide serie" di oggi? Il Papa non ha dubbi: la prospettiva da cui partire è quella della carità. Nell’omelia della Messa d’inaugurazione, nel santuario di Aparecida, ha infatti affermato: "La chiesa è inviata a diffondere nel mondo la carità di Dio, perché gli uomini e i popoli abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza... La chiesa si sente discepola e missionaria di questo Amore".

Ma, ha subito precisato che la chiesa è "missionaria solo in quanto discepola, capace cioè di lasciarsi sempre attrarre con rinnovato stupore da Dio, che ci ha amati e ci ama per primo". La chiesa non fa proselitismo... perché è mossa solo dalla "fede in Dio Amore, incarnato, morto e risorto in Gesù Cristo. È lui l’autentico fondamento di questa speranza, che dall’epoca della prima evangelizzazione fino ad oggi ha portato tanti frutti magnifici".

Il metodo del discernimento

Il Papa propone anche un metodo pastorale. È il "discernimento comunitario", grazie al quale la chiesa si lascia illuminare e guidare dallo Spirito Santo. Infatti, è lui "che accompagna la chiesa, è lui che forma i discepoli e li fa innamorare di Gesù; è ancora lui che spinge a farsi missionari dell’amore di Dio". E se il discepolo arriva alla "comprensione di questo amore di Cristo fino alla fine, non può mancare di rispondere a questo amore, se non con un amore simile".

Allora, condizione imprescindibile per la missione è "conoscere realmente Cristo per poterlo seguire, per trovare la vita in lui e per comunicare questa vita agli altri, alla società e al mondo, e basare l’impegno missionario e tutta la vita sulla roccia della parola di Dio".

Ci vogliono strutture giuste

Il Papa si è chiesto: "Come può la chiesa contribuire alla soluzione degli urgenti problemi sociali e politici, e rispondere alla grande sfida della povertà e della miseria..., a quelle strutture che creano ingiustizia?". Infatti, "le strutture giuste sono una condizione senza la quale non è possibile un ordine giusto nella società"

Ecco la sua risposta, convalidata dai fatti della storia: "Il sistema marxista non ha lasciato solo una triste eredità di distruzioni economiche ed ecologiche, ma anche una dolorosa oppressione delle anime. E la stessa cosa vediamo anche in occidente, dove cresce costantemente la distanza tra poveri e ricchi e si produce un'inquietante degradazione della dignità personale, con gli ingannevoli miraggi di felicità".

La via del consenso morale

Perciò il Papa suggerisce quasi una terza via, fondata "su un consenso morale della società sui valori fondamentali e sulla necessità di vivere questi valori con le necessarie rinunce, perfino contro l'interesse personale". Infatti, "dove Dio è assente, il Dio dal volto umano di Gesù Cristo - ricorda Benedetto XVI - questi valori non si mostrano con tutta la loro forza, né si produce un consenso su di essi… Una società nella quale Dio è assente, non trova il consenso necessario sui valori morali e la forza per vivere secondo il modello di questi valori, anche contro i propri interessi".

C’è chi ha visto in queste parole una correzione di rotta che rinnega il passato. Sembra invece un ritorno all’essenziale della nostra fede, a quell’amore che è il cuore del programma pastorale di questo Papa.

Ha detto il teologo brasiliano, p. João Libanio: "Il Papa, che scrive sempre dell’amore, qui ha sperimentato al dal vivo ciò di cui egli parla nei suoi scritti".



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