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La strada, la folla, la terra

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Il 13 settembre, da Uvira, nella regione Kivu del Congo RD, suor Delia ha inviato un racconto della “settimana santa” vissuta all’insegna del martirio delle tre consorelle Lucia, Olga e Bernardetta. Un lungo viaggio missionario, l’ultimo della loro vita, per riposare nel piccolo cimitero saveriano di Panzi, in attesa della risurrezione.

Un grande abbraccio nel dolore

È difficile riunire in poche righe quanto abbiamo vissuto in questa “settimana santa” dopo aver ricevuto in modo inatteso, domenica sera e lunedì mattina, la notizia della tragica morte delle sorelle saveriane Lucia, Olga e Bernardetta.

È un dolore grande, non solo nostro, dei nostri fratelli saveriani, dei sacerdoti e suore del Burundi e del Congo, ma anche di tutto il popolo burundese e congolese, nonché delle famiglie rispettive delle nostre sorelle, delle loro parrocchie di origine, di tanti amici e conoscenti.

Un dolore che ci accomuna e ci fa stringere in un abbraccio, nel portare un peso troppo grosso per essere sostenuto da soli.

Ci ritorna costantemente in mente l’immagine di Gesù Cristo in croce, che ha dato la vita per noi e ha perdonato i suoi uccisori. Lucia, Olga e Bernardetta hanno scosso come un terremoto i paesi dei Grandi Laghi. Loro, così fragili, così piene di acciacchi, con il loro desiderio “ostinato” di rimanere in missione, servendo umilmente attraverso i piccoli servizi di ogni giorno, ci hanno insegnato come si vive e si muore per amore.

In questi giorni abbiamo toccato con mano il dolore della gente, abbiamo visto tante lacrime, abbiamo sentito belle testimonianze su di loro, ci siamo sentite incoraggiate e consolate dalla vicinanza e preghiera di tantissime persone. Come loro, ci siamo trovate senza parole di fronte alla ferocia con cui le nostre sorelle sono state uccise e ci siamo chieste il perché. Lasciamo che le indagini facciano il loro corso.

L’affettuoso abbraccio del Burundi

A Bujumbura il funerale è stato celebrato mercoledì 10 settembre nella spaziosa chiesa di Mont Sion, presieduto dell’arcivescovo mons. Evariste Ngoyagoye, con altri tre vescovi e tantissimi sacerdoti. La chiesa era gremita di suore, di tantissima gente e tante autorità.

Le foto sorridenti di Lucia, Olga e Bernardetta, poste sopra le bare, invitavano a guardare in alto, a credere che la vita trionfa sulla morte, il bene sul male. Per noi saveriane è stato un appuntamento di fede: abbiamo ridetto tra le lacrime il nostro “”, personale e comunitario, come famiglia missionaria che ha ricevuto il dono e la chiamata di annunciare al mondo l’amore del Padre.

Anche i popoli burundese e congolese hanno ridetto il loro “”: sì alla fede nel Signore risorto, come affetto a noi, pur fragili segni di questo amore. Hanno accolto con gioia la notizia che i corpi delle sorelle resteranno per sempre nella loro terra, nel cimitero di Panzi, a Bukavu.

Verso la frontiera con il Congo

Nel primo pomeriggio del 10 settembre, il corteo si è messo in moto verso la frontiera con la repubblica democratica del Congo. In una macchina rivestita dalla bandiera della pace, venivano p. Faustino Turco e p. Mario Pulcini, superiori dei saveriani che lavorano nelle due nazioni. Seguiva il camioncino con i feretri di Lucia, Olga e Bernardetta; quindi noi sorelle e tante altre persone, tra cui una delegazione del Burundi che ci ha accompagnato fino a Bukavu.

Lucia, Olga e Bernardetta tornavano nel loro amato Congo dove avevano passato la maggior parte della loro vita missionaria. Al passaggio del corteo, ali di folla e di bambini che, come al passaggio di Gesù a Gerusalemme, sventolavano rami di palme e di eucalipto.

Poi, abbiamo attraversato la piana della Ruzizi, giungendo alla missione di Luvungi dove tutte e tre le sorelle hanno lavorato vari anni. Un’accoglienza commossa, incredula, fra le lacrime, e piena di fede: un’occasione per ridire il “” all’adesione al Dio della vita e dell’amore.​

Una veglia di preghiera e poi l’Eucaristia, concelebrata dai saveriani della parrocchia e da tanti sacerdoti della diocesi di Uvira, alla presenza di un mare di gente di Luvungi e delle parrocchie vicine. La veglia di preghiera è continuata fino al mattino…

Nessuno ha dormito davanti a un mistero così grande di dolore, di fede, di amore. Abbiamo toccato con mano quanto la gente ci voglia bene.

Il lungo viaggio fino a Bukavu

>Alle 6 del mattino di giovedì 11, siamo partiti per Bukavu, mentre ancora tanta gente circondava le salme delle nostre sorelle per dare loro l’ultimo saluto tra le lacrime. Il corteo si è avviato sull’escarpement, la salita che porta al passo oltre il quale si scende nella città di Bukavu.

Una strada polverosa, come fosse incenso ad avvolgerci tutti nel mistero della “nube”, segno della presenza di Dio. Quattro ore e mezzo per raggiungere Bukavu.

Sulla strada, nei villaggi, la gente vedeva il camion con le foto di Olga, Lucia e Bernardetta poste davanti e commentava quanto sentito alla radio; chi si faceva il segno di croce, chi si asciugava gli occhi, chi abbassava lo sguardo, chi si chiedeva cosa stesse capitando...

Verso le 10 e 30 siamo arrivati a Bukavu, accolti dai nostri fratelli saveriani della città al crocicchio chiamato “Essence”. Il corteo è così diventato lunghissimo e ha proseguito fino a Nguba, alla nostra casa, dove ci aspettavano le sorelle, insieme ai nostri vicini di casa: tante suore, tanti amici, tante persone…, elevando canti di accoglienza, di fede, di speranza.



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