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La missione del quarto piano

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La Casa Madre dei missionari saveriani a Parma è ben suddivisa. Nella parte inferiore c’è il Museo Cinese. A piano terra il santuario “San Guido Maria Conforti”, la portineria e la biblioteca. Al primo piano, ci sono il salone delle riunioni e le salette delle memorie confortiane. Al secondo piano i saveriani e gli uffici della Direzione Regionale. Al terzo piano i saveriani che sono a Parma per lavoro o di passaggio. Al quarto piano i saveriani in cura.

Già a fine febbraio 2020 era presente al quarto piano il Covid-19, ma non si era manifestato. Dal 1° al 7 marzo erano in programma gli Esercizi Spirituali annuali, predicati da mons. Luciano Monari, svolti nella sala e nella cappella del 4° piano. Avevo partecipato anch’io, arrivando da Ancona, ed ero l’unico da fuori Parma. Appena tornato ad Ancona sono stato ricoverato all’Ospedale Torrette con diagnosi di Covid-19. Alcuni saveriani a Parma sono morti (come avrete letto nei mesi scorsi). Poi, il quarto piano è stato sottoposto a igienizzazione ed è tornato ad ospitare i missionari bisognosi di cure.

Dopo due mesi all’ospedale di Ancona, sono stato trasferito per altri due mesi all’ospedale di Porto Civitanova. A fine giugno, con i tamponi negativi, ecco il trasferimento al quarto piano della Casa Madre di Parma. Ora, dopo sette mesi, sto abbastanza bene. Riesco a camminare senza girello e senza appoggiarmi al corrimano. Oltre alla fisioterapia, ho fatto anche terapia occupazionale, scrivendo al computer lettere, qualche articolo e ritraducendo il mio libro in portoghese. Qui al 4° piano siamo in tredici saveriani in cura; altri cinque confratelli si occupano di noi, oltre al rettore e a qualche aiuto esterno per la parte medica, con dottoressa, infermiera e alcune OSS (operatrici sociosanitarie). Noi tredici abbiamo quasi tutti più di ottant’anni, tre ne hanno più di novanta, due hanno dovuto mettere il “pace maker”, due hanno l’Alzheimer, uno è caduto e si è rotto il femore e in tre siamo diabetici.

Ogni tanto qualcuno ha bisogno di essere ricoverato in ospedale per alcuni giorni. Quasi tutti pensano che questa è la ultima casa e solo uno, se le condizioni di salute continueranno a migliorare, ha speranza di ritornare in un’altra comunità per fare un po' di apostolato missionario. I nostri orari sono diversi da quelli degli altri confratelli. A tutela della salute dobbiamo alzarci alle sei del mattino e andare a letto alle sette di sera. La preghiera ha grande importanza. Appena svegli abbiamo la recita comunitaria delle Lodi. In mattinata c’è la Celebrazione Eucaristica. Ci avvicendiamo nel presiederla, preparando un piccolo commento al Vangelo. Nel pomeriggio, il rosario e i vespri, l’Adorazione il giovedì e la preparazione al Vangelo della domenica, insieme alle notizie sulla Congregazione e sulle nostre missioni. I pasti sono anticipati alle sette, alle undici e alle diciotto e trenta, preceduti dalle medicine.

Alcuni di noi vanno in palestra per gli esercizi di fisioterapia con buona volontà e costanza. Quando il tempo è buono, facciamo una passeggiata con il girello o con le sedie a rotelle intorno alla casa, godendoci il viale e la sosta orante alla grotta della Madonna di Lourdes. Nel tempo libero del pomeriggio c’è terapia occupazionale: c’è chi usa il computer, chi gioca a carte, chi guarda la televisione, chi rimane a letto, se non c’è una riunione missionaria o un film educativo. In pratica, al 4° piano si continua la vita nelle missioni con la preghiera, la comprensione tra confratelli, l’interessamento per le missioni in cui si è lavorato. E ora, insieme a qualche piccola attività, si offre al Signore qualche doloretto. Confidiamo nella vostra amicizia e preghiera.



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