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La misericordia per Jahanara

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Padre Gabriele è un saveriano sardo, missionario in Bangladesh dal 1972. Ha il genio delle cose pratiche e l’amore per gli handicappati di ogni tipo. Per loro pensa e trova soluzioni creative anche nelle situazioni impossibili e disperate. Ai margini della cittadina Bagaciara, ha fondato “Asharbari”, la Casa della speranza, che ancora gestisce e dirige con dedizione.

Inconsapevole ma non troppo

L'anno della misericordia di Jahanara forse non è proprio quello di papa Francesco. Lei non sa neppure chi sia papa Francesco e forse neppure sa cosa sia la misericordia.

Jahanara ha solo cinque anni, abbastanza però per sapere cosa sia la sfortuna. Ma ora - grazie a Dio - comincia anche a capire cosa sia un po’ di fortuna nella sfortuna: quella che da noi si chiama amore cristiano, provvidenza, misericordia. Jahanara frequenta la prima elementare e, con i suoi vispi occhietti a spillo e il suo costante sorriso, sembra non rendersi conto della sua cattiva sorte.

Due anni fa, quando lei ne aveva solo tre, suo papà cadde da un altissimo noce di cocco: spina dorsale rotta e paralisi: dalla cintola in giù tutto morto. Nella vana speranza di recuperare qualche movimento, vende il suo unico pezzetto di terra. Si fa trasportare clandestinamente in India, ma neanche i rinomati ospedali di Calcutta possono fare qualcosa per lui.

Una rottura dopo l’altra…

Senza più un soldo, torna alla sua capanna. La giovane moglie non c'è più. I parenti di lei gliel'hanno portata via per risposarla a qualcun altro che la mantenga e le dia la gioia di altri figli. Capita sempre così a chi cade nella disgrazia di Jinarul (così si chiama il papà di Jahanara).

Gli hanno lasciato la bimba da mantenere: ma come può fare, se non può più lavorare e guadagnare per comprare un po’ di riso? Rigìa, la vecchia mamma di Jinarul, completamente sciancata e acciaccata da tanti altri mali, provvederà a Jinarul e alla bimba: ma come? Solo Allah lo sa. Jinarul va in depressione: cominciano le piaghe da decubito, e lui decide di lasciarsi morire, come fanno tanti nella sua disgraziata situazione.

A questo punto, il mio confratello p. Sergio Targa, saveriano originario di Brescia, infaticabile nell'aggirarsi nelle "periferie" (viva papa Francesco!), instancabile nello scovare e soccorrere i poveracci, quelli veri che non verranno neppure a chiederti l'elemosina, parla a Jinarul del nostro piccolo centro per disabili "Asharbari" ("Casa della speranza"... perché qui poco più di un po’ di speranza possiamo regalare).

Dico a Sergio che sono ben contento di poter accogliere con me Jinarul, Jahanara e la vecchia nonna. Comincio a curare le piaghe da decubito di Jinarul. Sono profondissime: "le grotte di Nettuno" le chiamo io, le più difficili da guarire, specie nel clima tropicale caldo umido del Bangladesh.

Per la festa delle Eid, la più grande festa dei musulmani, Jinarul vuole tornare con la famiglia per qualche giorno al loro villaggio, ai margini della foresta, per risistemare la loro capanna che va in rovina. Lì, nuovo colpo di mala sorte. Una mucca impazzita scalcia la piccola Jahanara fratturandole malamente le ossa di una gamba.

Quando si dice la… Provvidenza!

Nel centro più vicino la ingessano in qualche modo. Ritornano solo vari giorni dopo. Come pensavo, le lastre mostrano che la frattura è scomposta e le ossa si stanno saldando accavallate. Capisco che la bimba rischia di avere una gamba più corta per tutta la vita. Uno specialista dice che è necessario operare, ri-sistemare, re-ingessare… Ovviamente questo può essere fatto solo lontano, in città, in una clinica specializzata.

Grazie a Dio i soldi non mi mancano: tanta gente che neppure conosco mi manda del denaro per le emergenze dei poveri: quando si dice la "Provvidenza!"… Perciò possiamo provvedere. Anche per Jahanara, finalmente, un po’ di fortuna nella sfortuna: se oltre che così povera, senza mamma e con papà handicappato, fosse anche rimasta zoppa, chi mai un domani l'avrebbe sposata?

“Anno della misericordia” dunque per Jahanara, che forse non dirà mai il “Padre nostro”, ma come i bravi musulmani potrà ancora alzare gli occhi e le braccia verso Allah il Misericordioso e dirgli “grazie!”.

Nota Bene - Cari amici, mandatemi preghiere! Sono il vero "impianto a goccia" che irriga la nostra missione. Non mandatemi soldi: me ne arrivano già più di quanto riesca a darne, con buon criterio, a chi ne ha bisogno. I soldi dati senza criterio (paternalismo, assistenzialismo…) fanno guai irreparabili a questa povera gente. L'accattonaggio (se preferito al lavoro e al risparmio) è una vera "piaga da decubito" e, credetemi, ci vogliono generazioni prima che guarisca del tutto.



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