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La grande gioia di tornare “a casa”

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Sono tornato nell’amata terra della Sierra Leone, lungo la costa dell’Africa occidentale. Nel profondo del cuore la considero “casa mia”, dopo 33 anni di presenza missionaria tra la gente di questa nazione, in una delle tante periferie del mondo.Ho accolto questa nuova partenza come un piano di Dio, che mi chiede di continuare il mio impegno missionario per portare la gioia del vangelo nella vita quotidiana insieme al popolo sierraleonese.

Prima di partire, sono salito al caro santuario di Monte Berico, come era mia tradizione, per affidarmi alle mani di Maria, A lei ho raccomandato il mio servizio missionario, perché io possa essere ancora un messaggero di pace e di riconciliazione.

Tre sfide impegnative

Sono ben consapevole che mi attendono almeno tre sfide qui in Sierra Leone. La prima è il “dopo ebola”, malattia che ha devastato questa parte dell’Africa mietendo almeno 4mila morti. Oggi, rimangono ancora tante ferite profonde nelle famiglie, nelle attività sociali ed educative del Paese da curare.

La seconda sfida è un processo sincero di riconciliazione tra le diverse etnie presenti in questa nazione, spesso divisa da gelosie e recriminazioni che toccano anche la chiesa. Con l’ordinazione vescovile del saveriano mons. Natale Paganelli, amministratore della diocesi di Makeni, un buon passo nella giusta direzione è stato fatto.

La terza sfida di straordinaria attualità in questi ultimi anni è il dialogo con l’islam, in una nazione per il 70% di fede musulmana, dove quindi i cristiani sono una piccola minoranza. Dalla mia esperienza, spesso ho notato che nei momenti di grande crisi è stato possibile lavorare insieme per il bene comune di tutti.

Di nuovo con la mia famiglia

Ho incontrato tante persone qui a Makeni e nei villaggi che mi hanno dimostrato il loro apprezzamento e il desiderio di continuare il cammino di fede, collaborazione e impegno nel campo religioso e sociale per una Sierra Leone migliore. Ora sto aspettando, di riprendere il mio lavoro pastorale là dove il Signore mi manda, sempre spinto da una grande passione per la missione e per il bene spirituale e umano di questa gente che è oggi la mia famiglia.

Mando a tutti, valdagnesi, vicentini e anche friulani, con cui ho trascorso gli ultimi tre anni, un augurio per un anno felice nella misericordia, e un accorato invito a ricordarmi nella preghiera, perché possa essere sempre un missionario vero e fedele testimone dell’amore misericordioso del Padre a tanti fratelli e sorelle in Sierra Leone.



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