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La grande generosità dei poveri

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Dal Mozambico colpito dall'Aids 

Padre Giuseppe Mauri è un saveriano di Paina, in provincia di Milano. È appena sopra i cinquanta e da vari anni è missionario in Mozambico, non tontano da Maputo. Lavora insieme a missionari laici italiani.

Non scrivo da così tanto tempo che quasi non ricordo più come si fa. Non scrivo, non perché non ne abbia voglia e nemmeno perché non abbia cose da raccontare. La causa è la mancanza di tempo. La scuola mi tiene molto impegnato. Devo preparare e fare le lezioni, stendere le relazioni, correggere i compiti, partecipare ai consigli di classe ...

La piaga dell' Aids

In questi ultimi mesi poi, ho dovuto dedicarmi ad alcuni malati di Aids che sono allo stadio terminale, nelle   ultime settimane di vita. Li accompagno all'ospedale per fare visite ed esami e vado a trovarli a casa. È doloroso andare all'ospedale e trovare file interminabili e attese lunghissime.

Spesso mi chiedo se vale la pena andarci. Ma poi subito penso a loro che dalla visita del medico trovano incoraggiamento per continuare a vivere; per lo meno così non si sentono abbandonati.

A volte provo dolore quando penso che nel mondo occidentale, da vari anni, si può fare e si fa tanto per i malati di Aids, mentre qui non c'è ancora nessuna speranza. Le medicine costano troppo e il governo non le passa. Per alleviare i dolori, vengono somministrate aspirine o paracetenolo.

Solo le donne incinte assumono medicine adeguate per evitare la trasmissione della malattia ai nascituri. La maggior parte dei malati di Aids sono giovani e molti, morendo, lasciano i figli orfani.

Una rete di aiuto

L'altro giorno è venuta una signora di 65 anni circa. Aveva in braccio un bebè di due settimane, suo pronipote. La mamma era morta di Aids due giorni dopo il parto; la nonna era morta diversi anni fa. La piccola creatura era nelle braccia della bisnonna, che non sapeva più cosa fare o a chi rivolgersi.

In questi casi ce ne sono tantissimi. Per questo la comunità non riesce sempre ad aiutare tutte le persone che hanno bisogno.

Insieme alla diocesi stiamo cercando di studiare un piano di intervento, per vedere come agire e rispondere in modo adeguato a questa grande sfida. Soprattutto ci stiamo organizzando per creare una rete di accompagnamento e di aiuto comunitario.

Lucia e Angelina, due catechiste speciali

Oltre ad aiutare i malati di Aids, mi dedico all'animazione missionaria. Abbiamo organizzato un corso di formazione per catechisti, o meglio, per persone che desiderano diventarlo. È durato una settimana e vi hanno partecipato circa 30 persone: 4 adulti e 26 giovani, tra i 16 e 22 anni.

C'era anche Lucia, una ragazza eccezionale di soli 12 anni, ma intelligente ed entusiasta: vuole diventare catechista. Pensate, già da due anni, tutti i mercoledì pomeriggio, Lucia va in un'altra comunità a 30 minuti a piedi da casa sua, per insegnare i canti e leggere il vangelo a chi non sa leggere.

C'era anche Angelina, una giovane di 19 anni, con quattro sorelle più giovani di lei. Il padre è morto e la madre le ha abbandonate. Vivono con la nonna e gli zii, che ogni tanto portano del cibo per aiutarle. Lei porta avanti la famiglia con tanto coraggio.

Studia e fa la catechista. La nonna la sgrida spesso perché invece di lavorare, la domenica va sempre a Messa e a fare il catechismo. Ma lei continua imperterrita, perché dice che il Signore le dà la forza. Anche altre persone sono nella stessa situazione. Sono davvero ammirevoli!

È davvero commovente!

È commovente ed emozionante incontrare questi giovani che si aggrappano al Signore con tutte le loro forze. Sono adolescenti normali, con tutti i problemi della loro età; in più sono poveri e soli. Non hanno nessuno che li aiuti. Eppure riescono a trovare la forza per lavorare per il Signore, con entusiasmo, come solo loro sanno fare. È proprio vero che il Signore è in loro e li aiuta.

Parlando con loro delle difficoltà che trovano perché sono cristiani fedeli, mi commuovo. Incontrandoli, mi sembra di capire meglio cosa significhi che il Signore si è fatto uomo ed è venuto ad abitare in mezzo a noi.



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