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La geopolitica appresa tra arance e mele

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Me l’aveva detto il fruttivendolo del Marocco che il suo Paese è alleato del Qatar e che ai Mondiali di calcio avrebbe aiutato la nazione organizzatrice a garantire la sicurezza nello svolgimento della discussa manifestazione di calcio. Questa alleanza, ovviamente, ha l’interesse comune di opporsi, politicamente, all’Arabia Saudita. I riflettori accesi per un mese sul pallone che rotola sui campi nel deserto non hanno messo in luce la squadra di casa, mentre il Marocco ha stabilito un record, quello di essere la prima squadra africana ad arrivare tra le prime quattro al mondo. Ma, quasi d’incanto, su entrambe le nazioni, ecco accendersi una luce ancor più abbagliante. Non bastavano le polemiche sui diritti umani violati, sulle morti durante la costruzione degli stadi passate quasi sotto silenzio fino a qualche settimane fa… Improvvisamente, l’Europa, e precisamente alcuni rappresentanti delle sue più alte istituzioni, sono accusati di corruzione e per mano di chi? Del Qatar con la collaborazione, pare, dei servizi segreti marocchini. Lo scopo: far chiudere un occhio, anche due, sulla questione diritti umani del Qatar pur di incassare, è il caso di dirlo, l’evento dell’anno.
No, questo il mio simpatico fruttivendolo non me l’aveva spiegato. Ma credo che, in fondo, non ne fosse a conoscenza. Del resto, lui le mele marce le elimina prima di metterle in vendita. Certo, se le mele marce occupano una cassetta intera o quasi, dovrebbe cambiare mestiere ed io… fornitore di frutta e verdura. Sembra che la partita si sposti in un altro campo, abbastanza minato, in cui il confine tra politica, affari, economia e ingordigia personale è sempre più sottile. Proprio ora, quando c’è necessità di istituzioni forti, personalità serie per affrontare i problemi che riguardano tutti: la crisi energetica, la guerra sempre alle porte, il post pandemia. Speravamo che i Paesi in via di sviluppo e anche quelli più poveri potessero ambire a imitare un modello politico europeo e, invece, siamo noi occidentali a cadere nei ‘vizi’ degli altri che però stigmatizziamo con puntuale ipocrisia. Del resto, la corruzione non ha censo, colore, geografia. E tra corrotti e corruttori sembra solo un gioco delle parti. Proprio ora che il Parlamento Europeo ha assegnato al popolo ucraino per il coraggio e la resistenza dimostrati il Premio Sakharov 2022 per la libertà di pensiero.
Scriveva il grande storico e autore latino Tacito: “Corruptissima re publica plurimae leges - Moltissime sono le leggi quando lo Stato è corrotto”.



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