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p.6 marcia paceCongo RD: in marcia. “La nostra marcia non ha alcun significato politico, è per mostrare al mondo che siamo un solo popolo, uniti per la causa nazionale, uniti per la sovranità del nostro Paese e per la dignità del nostro popolo”. Lo ha detto il cardinal Fridolin Ambongo, arcivescovo di Kinshasa nel suo messaggio inviato ai partecipanti della marcia tenutasi domenica 4 dicembre, nelle diocesi del Congo RD. La marcia è stata promossa dai vescovi cattolici congolesi per protestare contro le violenze nell'est del Paese e per chiedere alle autorità una profonda ristrutturazione dei servizi di sicurezza, tra cui il ritiro della missione dell’Onu per la stabilizzazione in Congo RD (Monusco). A Goma, la marcia è stata annullata per evitare “possibili infiltrazioni”.

Myanmar: crisi, leggi e donne. La crisi umanitaria attanaglia il Myanmar. Quasi 1,5 milioni di persone sono sfollate in tutto il paese a causa del conflitto civile in corso. Gli scontri armati, aggravati da rigide misure di sicurezza, restrizioni di accesso e minacce contro gli operatori umanitari, continuano a ostacolare le operazioni di aiuto in tutto il Paese. Intanto, l’inflazione dei prezzi delle materie prime, anche per cibo e carburante, sta aggravando le condizioni. L’assistenza è subordinata alla cessazione delle ostilità tra l’esercito e le milizie etniche o le Forze di Difesa Popolari, nate all'indomani del colpo di stato del febbraio 2021. E le donne birmane (giovani, studentesse, lavoratrici, madri) stanno offrendo un contributo cruciale nella lotta per il rispetto della dignità umana, per il ripristino della libertà e della democrazia e nell’opporsi alla violenza della giunta militare. Sono simboli di resistenza, anche grazie ad azioni non-violente. E la repressione è feroce.

p.6 SiriaAleppoFrateZonaEstCittadella foto SirSiria: pallone preso a calci. “La Siria, dopo 12 anni di guerra, è un Paese distrutto. È come un pallone preso a calci da diversi giocatori, che altri non sono che gli eserciti dei Paesi più potenti del mondo”. È la denuncia di p. Ibrahim Alsabagh, francescano della Custodia di Terra Santa, per oltre 8 anni parroco di Aleppo, città martire del conflitto siriano, e da poche settimane parroco a Nazareth. “Povertà, carestia, distruzioni delle infrastrutture di una nazione che nessuno può o vuole guarire, perché questa guerra non è altro che un pezzo di tante altre guerre. Aleppo oggi è per il 60% distrutta. Non c’è un pozzo di petrolio o di gas che sia a beneficio del popolo e le famiglie non ce la fanno ad andare avanti. Il resto lo fanno le sanzioni internazionali, la svalutazione, la corruzione e la burocrazia. La conseguenza è l’emigrazione di giovani e uomini. In Siria restano solo donne e anziani. La gravità della situazione è sancita dalla mancanza di una soluzione politica e negoziale e la Chiesa cerca di aiutare per quello che può: mensa con pasti per tutti, recupero di circa duemila appartamenti, pagamento di affitti e tasse universitarie. Il futuro è pieno di sfide. Bisogna far fronte alla crescita del fondamentalismo religioso e al disordine istituzionale, sociale e politico che alimenta la corruzione a tutti i livelli”.

Colombia: colloqui in corso. La Chiesa cattolica della Colombia ha accolto l’invito a partecipare come “accompagnatore permanente” nei colloqui di pace tra il governo colombiano e i guerriglieri dell'Esercito di liberazione nazionale (ELN), che si stanno svolgendo a Caracas. “La Chiesa esprime alle parti i migliori auguri affinché, cercando faticosamente le vie necessarie, le percorrano con impegno alla ricerca della pace, quindi lavorino per il perdono e per la riconciliazione, e per essere artigiani della pace”. L'Esercito di liberazione nazionale (Eln) è una formazione di guerriglia di ispirazione marxista-leninista, tra le principali responsabili del conflitto interno che insanguina la Colombia dal 1964. Dopo l’accordo di pace sottoscritto nel 2016 tra le Farc e il governo colombiano, con la deposizione delle armi, l’Eln è rimasta la rete militare armata più potente del paese.

p.6 sostenitori CastilloPerù: per la democrazia. Il Presidente del Perù, Pedro Castillo, che aveva indetto nuove elezioni e lo stato di emergenza, è stato destituito dal Parlamento. A succedergli la Vice presidente Dina Boluarte, prima donna alla guida del paese. Castillo è stato arrestato per “reati contro lo Stato e l'ordine costituzionale”. Fin dall’inizio del suo mandato, era emersa in diversi modi l’impreparazione di Castillo ad affrontare la difficile situazione del Perù. I vescovi in un comunicato, hanno respinto “in maniera energica e assoluta, la rottura dell’ordine costituzionale”, affermando che “è diritto e dovere dei popoli e dei cittadini, la difesa della democrazia”. Dal 2016 il Paese vive una grave crisi politica, aggravata dall’instabilità costante di leader e gruppi di potere e dalla crisi sanitaria provocata dal Covid-19. I vescovi hanno espresso più volte la loro preoccupazione per un Perù “diviso a metà”, chiamando all’unità di tutti, in particolare alla responsabilità dei politici, per costruire un Paese migliore.

Le iniziative

Veglia a Bari e Aifo

Il 21 dicembre 2022 a Bari il cardinale Zuppi ha guidato una veglia di preghiera per invocare il dono della pace sulla tomba di san Nicola. Era un’iniziativa promossa dalla CEI e dall’arcidiocesi di Bari-Bitonto. A S. Nicola, uomo di pace e di comunione, si chiede di intercedere affinché “chi regge le sorti delle nazioni sappia anteporre l’amore all’odio, il bene comune agli interessi particolari, il dialogo al rumore delle armi”. Bari, dunque, grazie alla tomba del santo vescovo che unisce nel culto Oriente e Occidente, si pone non solo come crocevia per il dialogo ecumenico, ma anche come luogo di preghiera per invocare la pace.
p.6 70ma GML

Si terrà, invece, domenica 29 gennaio la 70ª Giornata mondiale dei malati di lebbra. Nelle piazze italiane si potrà acquistare il miele della solidarietà per aiutare Aifo a cancellare questa malattia tropicale dimenticata. Per info e donazioni: www.aifo.it/giornata-mondiale-dei-malati-di-lebbra/


Le voci della missione

Testimoni senza tempo

p.6 Mukwegwe papaDenis Mukwege, medico congolese e pastore protestante premio Nobel per la pace nel 2018 per il suo impegno a favore delle donne vittime di stupri di guerra, ha incontrato papa Francesco, che a fine gennaio si recherà in Congo RD. Sotto il colonnato di piazza San Pietro ha parlato del conflitto pluridecennale nel suo Paese. “Quella in Congo è un pezzo di quella Terza Guerra mondiale denunciata dal Papa di cui il mondo si è accorto per l’invasione in Ucraina. I mass media del Congo non parlano, manca una volontà politica internazionale di affrontare il conflitto, gli aiuti umanitari non arrivano per milioni di sfollati e i morti sono già sei milioni. Il Ruanda ha attaccato il Congo e tutto il mondo lo riconosce. Va fermata questa aggressione, ma bisogna agire. Il Papa è dispiaciuto di non poter andare a Goma per non alimentare altre tensioni, ma la Chiesa ha un ruolo molto importante; la sua parola profetica può fare la differenza. Il Panzi Hospital a Bukavu sta cercando di moltiplicare i suoi centri per la presa in carico medica, psico-sociale, economica, legale delle donne violentate. E siamo alla terza generazione” (L. Liverani, Avvenire).

p.6 Ancona 13 dicembre 92 a destra don Tonino Bello a sinistra don Albino Bizzotto dei Beati i costruttori di pace di ritorno da SarajevoTrent’anni fa, il Congo si chiamava Jugoslavia. E la Goma di oggi era Sarajevo, dove il 7 dicembre 1992 un esercito di pacifisti guidato da don Tonino Bello ha sfidato le bombe per chiedere una tregua dall’assedio delle milizie serbe. Erano in 500: credenti e atei, suore e obiettori di coscienza, laici e presbiteri. Con don Tonino, vescovo di Molfetta, anche mons. Luigi Bettazzi. Dopo un viaggio interminabile e difficile quanto l’ingresso in città, l’accoglienza della gente è sorprendente. “Questa è la realizzazione di un sogno - dice il vescovo, già malato ma con lo sguardo acceso di passione – di una grande utopia che abbiamo tutti portato nel cuore, probabilmente sospettando che non si sarebbe realizzata. Ma ringrazio il Signore che, attraverso il nostro gesto folle, ha realizzato l’utopia. Quanta fatica si fa a far capire che la soluzione dei conflitti non avverrà mai con la guerra ma con il dialogo. Abbiamo fatto fatica anche qui con i rappresentanti religiosi, perché è difficile l’idea della soluzione pacifica dei conflitti. Ma noi siamo venuti a portare un germe: un giorno fiorirà”. E quel giorno quei 500 ‘folli’ hanno fatto tacere le armi (Lucia Bellaspiga).  

Una storia speciale

Vietnam, chiesa simbolo

p.6 VIETNAM nuova chiesaNel villaggio di Na Phac, in una sperduta area montagnosa della diocesi nordvietnamita di Bac Ninh è stata edificata la prima chiesa del territorio provinciale di Bac Kan. Inaugurata il 20 ottobre scorso, Nostra Signora del Perpetuo Soccorso è stata voluta per servire i cattolici che appartengono ai gruppi etnici della zona (soprattutto hmong e dao) e dipendono dalla parrocchia di Bac Kan, fondata nel 1928 e frequentata oggi da quasi milleduecento fedeli. Il redentorista p. Joseph Nguyen Van Tinh, responsabile dei lavori, al servizio della comunità locale dal 2011, ha detto che “la speranza è che qui le persone possano approfondire la loro fede e imparare ad affidarsi a Dio”. Per sessant’anni la zona non ha avuto un sacerdote residente a causa delle guerre e delle persecuzioni religiose. I redentoristi si occupano di evangelizzazione, di dare un accesso all’istruzione e realizzare alloggi per i figli delle minoranze etniche, di aiutare le comunità a preservare la propria cultura e la propria lingua, anche traducendo scritture e inni in hmong e celebrando la messa in lingua locale e vietnamita.



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