L’ultimo volo di papà Angelo Moioli
Pur non avendoci colto di sorpresa, la scomparsa a 93 anni di papà Angelo, anzi Ngeli’, come tutti lo chiamavano e come lo ha sempre chiamato mamma Sandra, ci ha lasciato un senso di vuoto. Siamo consapevoli di aver perso una persona grande, di cui eravamo orgogliosi.
Ngeli’, nei suoi lunghi anni di vita, è stato un testimone di forza di fronte alla sofferenza, di amore e coraggio nelle situazioni difficili, di ostinata volontà nell’inseguire gli ideali più belli. Amava la sua famiglia, il suo paese, i suoi nove fratelli (era il primogenito) e soffriva vedendo qualcuno in difficoltà.
Da giovane impegnato nell’Azione Cattolica, aveva vissuto gli anni della guerra. Li ha trascorsi nell’indigenza, nei disagi, ma con l’orgoglio di servire il proprio paese come alpino.
A noi figli ha dato il meglio di se stesso con il suo lavoro duro, sia in Svizzera che alla Dalmine. A più di quarant’anni si era rimesso sui banchi di scuola per poter conseguire la licenza media e poi il diploma da geometra. Nello stesso tempo, aveva curato lo studio del tedesco e gustava le opere musicali che a volte ascoltava dal vivo. Dopo i lunghi anni di lavoro in fabbrica, si era dedicato al servizio silenzioso e nascosto nella casa di riposo come volontario. Proprio qui è stato accolto con affetto e stima proprio nei suoi ultimi giorni.
Siamo riconoscenti a papà Angelo perché non si è mai risparmiato, se non per dare tutto a tutti. Pur sentendo che tanto ci è stato tolto, ci restano i valori, la gioia e la vita che ci ha donato a piene mani.