Il Saverio missionario instancabile
Patrono universale delle Missioni, Apostolo d'Oriente, uno dei primi Gesuiti, San Francesco Saverio è attuale come 500 anni fa. La svolta nella vita di Francesco può ispirarci nel cammino missionario. Francesco era un uomo estremamente egoista, la sua bellezza, la sua intelligenza e le sue ricchezze facevano crescere in lui un sentimento di orgoglio e arroganza. L'incontro con Gesù gli fece dare una svolta radicale alla sua vita, mettendo tutto a disposizione per l'evangelizzazione.
Parafrasando il Servo di Dio mons. Helder Camara nella sua poesia “La missione è partire”, diciamo che Francesco ha rotto la crosta di egoismo che lo chiudeva nel suo mondo e ha smesso di andare in giro come se esistesse solo lui. Ben presto, con il cuore ardente dopo l'incontro con Gesù, si mise letteralmente in cammino. Francesco camminò così tanto che si dice che se mettessimo in linea retta i suoi vagabondaggi, farebbe il giro della Terra tre volte. È stato un vero amore a muovere quest'uomo. Francesco lasciò sé stesso, la sua cultura, la sua famiglia, i suoi gusti, la sua lingua, e partì per le terre asiatiche. Lì si è fatto tutt'uno con gli altri per annunciare un Gesù veramente incarnato, un Gesù presente nelle gioie e nelle difficoltà di quei fratelli.
In una delle lettere scritte al suo grande amico Ignazio di Loyola, Francesco esordisce raccontando le attività svolte con i bambini in India, quanto sono intelligenti e come potrebbero sviluppare tante abilità e tante preghiere, se ci fosse qualcuno che insegnasse loro! “Ho pensato spesso di andare nelle accademie d’Europa, particolarmente in quella di Parigi, e dovunque a gridare come un matto e a scuotere coloro che hanno più scienza che carità, gridando: «Oh! Quanto è enorme il numero di coloro che, esclusi dal cielo, per colpa vostra cadono nell’inferno!»”.
L'ardore missionario turbò Francesco e gli fece pensare a queste “follie”: tutto per la missione, tutto per amore di Gesù. Per lui era difficile comprendere coloro che facevano poco per la missione, anche se avevano tanto da fare come lui stesso aveva sperimentato nelle sue missioni in Oriente. Era una preoccupazione così grande che non si legava ad una Chiesa locale, ma intendeva la Chiesa come Universale, cosa che in effetti è, e voleva farlo capire anche agli altri.
L'appello di Saverio per una Chiesa missionaria, aperta alle missioni, è ancora attuale e necessario. Se siamo figli dello stesso Padre, siamo un'unica famiglia, quindi se c'è un fratello che ha bisogno del nostro aiuto, che ha bisogno di sperimentare l'amore di Dio, è urgente che lo facciamo. Come la parabola del buon Samaritano (Lc 10,25-37), non possiamo essere come quei primi due personaggi che guardavano con indifferenza il dolore del prossimo e non provavano nulla. Gesù ci invita a essere come il terzo che vide, sentì compassione e si prese cura di quel fratello. Questa è la spiritualità missionaria, questa è la spiritualità del Saverio, questa dovrebbe essere la spiritualità di ogni seguace di Gesù Cristo.
E la Vergine Maria, la prima missionaria che, appena ha ricevuto Gesù nel suo grembo non si è fermata, possa farci "uscire" in missione, incontrare i nostri fratelli e annunciare il Vangelo dell'amore per costruire una società più fraterna, giusta e pacifica.