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Il ricordo di p. Ernesto Luvié

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Ho intervistato Dionisia Luvié durante le vacanze di Natale 2023. Classe 1934, vive a Pizzighettone ed è la sorella maggiore del compianto p. Ernestino, Saveriano pizzighettonese, scomparso prematuramente all’età di 50 anni il 31 maggio 1991, proprio il giorno prima del mio matrimonio.

Dionisia è sempre stata una donna molto attiva, soprattutto in oratorio. È anche molto conosciuta dai Saveriani per il servizio che ha reso in cucina, con il marito Giuseppe, durante le vacanze estive dei padri e dei gruppi missionari giovanili a Molveno e ad Asiago. Dionisia è la prima dei cinque figli di mamma Gina e papà Giuseppe, mentre p. Ernestino era il quarto.

Ami ripetere che tu avevi una predilezione particolare per p. Ernestino…
Sicuramente! Ero io ad occuparmi di lui quando rientrava dal Bangladesh e ho sempre affiancato mia mamma nella sua accoglienza anche durante il periodo degli incarichi italiani a Brescia e a Macomer.

cr Luvie ErnestoLa prima cosa che ti viene in mente pensando a lui?
Era un bravo missionario! Era sempre in attività, a qualsiasi ora del giorno e della notte, alla ricerca di chi aveva bisogno, saltando anche i pasti (forse è anche per questo che si è ammalato). La sua più grande virtù è stata la generosità verso tutti. È sempre stato a contatto con la gente povera, interessandosi alle loro storie, cercando di aiutare tutti in ogni modo. Mi commuovo ancora oggi al ricordo del suo zelo missionario.

Dionisia intanto sfoglia con emozione i numerosi album di foto che ha sistemato sul tavolo per prepararsi bene a questa intervista e tanti ricordi affiorano alla memoria. È stata anche in Bangladesh a trovarlo.

Vuoi raccontarci la tua esperienza bengalese?
cr Luvie DionisiaSono stata un mese in Bangladesh alla fine degli anni ottanta, con p. Alessio Cabras e un amico pizzighettonese. È stato un viaggio lungo. Siamo arrivati a Dhaka, la capitale, e poi ci siamo spostati a Khulna dai Saveriani. Vicino al loro istituto c’erano delle suore con una grande scuola, aperta a tanti bambini e ragazzi. Abbiamo visitato numerose comunità e p. Ernestino ha celebrato tante messe all’aperto, anche in mezzo ai campi. Siamo stati anche nella foresta abitata dalla tigre del Bengala, cercando di evitarne l’incontro! I padri mi dicevano che mio fratello stava rischiando la vita per le sue forti prese di posizione in difesa dei più derelitti, soprattutto delle ragazze sfruttate per la prostituzione che venivano rinchiuse senza possibilità di difendersi. Sono stata anche la madrina di battesimo di due bambini bengalesi e, per l’occasione, mi hanno vestita con il costume tradizionale.

Un ultimo pensiero…
Ho la Speranza cristiana di sapere mio fratello in Paradiso.



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