Tutte le comunità saveriane in Italia e nel mondo, mentre svolgono il servizio specifico affidato ad ognuna all’interno del carisma saveriano (animazione missionaria e vocazionale, formazione, accoglienza, assistenza e cura dei confratelli anziani o ammalati…), hanno sempre cercato, nella misura delle loro disponibilità a delle loro forze, di rispondere e venire incontro alle richieste di aiuto e di collaborazione nel ministero che venivano sollecitate dalle diverse parrocchie nelle diocesi in cui risiedono.
Per ministero, da minus-stare cioè servire, s’intende principalmente l’aiuto per la celebrazione delle Messe, per l’ascolto delle confessioni e per la predicazione (giornate missionarie, quarantore, tridui, novene, feste patronali). Questo servizio è sempre esistito e ha offerto a noi missionari l’occasione per aiutare le Chiese locali dove siamo inseriti a riflettere e vivere la missione che Gesù Cristo ha affidato alla Chiesa, cioè a tutti, anche se con modalità differenti.
Da diversi anni, ad alcuni confratelli saveriani sono stati affidati non solo servizi di cosiddetta ‘supplenza’, ma incarichi veri e propri: chi a livello nazionale, altri negli Uffici missionari diocesani, nelle Caritas o nelle Migrantes, chi nella cura e nell’accompagnamento delle comunità etniche presenti in Italia, oppure con l’incarico di viceparroco. A Buttrio (UD) è stata affidata ai Saveriani la cura dell’intera Unità pastorale.
È in questa linea di inserimento e di collaborazione cordiale con la Chiesa locale che anche a San Pietro in Vincoli, dopo oltre 90 anni di presenza in Romagna, è stato fatto un passo significativo. Dal 1° gennaio 2024 la parrocchia del paese, guidata da don Vittorio, ha scelto di celebrare la prima messa delle domeniche e delle grandi feste nella chiesa della nostra casa. Noi tutti abbiamo letto questa scelta come un ulteriore segno di collaborazione e di stima nei confronti del nostro servizio missionario in questa terra romagnola.
I documenti del recente Capitolo Generale, celebrato nella Repubblica Democratica del Congo nell’estate 2023, ci ricordano che “l’azione degli Istituti missionari si realizza tramite l’inserimento nella Chiesa locale e più specificamente tramite la parrocchia, in contesti molto diversi. A partire da questa collaborazione con la Chiesa locale, si possono aprire in seguito nuovi orizzonti per il primo annuncio…” (n° 35).
Papa Francesco non smette di ricordarci che il nostro mondo, e la Chiesa con lui, sta attraversando un cambiamento d’epoca di fronte al quale non ha più senso dire “abbiamo sempre fatto così”. C’è invece bisogno di cercare e aprire percorsi nuovi. Forse, l’esperienza che noi Saveriani abbiamo maturato camminando a servizio delle Chiese di missione, di giovane fondazione, può aiutare le nostre Chiese di antica fondazione a riscoprire o inventare nuovi servizi e ministeri e ad assumere nuovi stili che rispondano in maniera più adeguata alle necessità di questo nostro tempo complicato, ma stimolante.
È bello per noi ritrovarsi a celebrare l’Eucaristia insieme alle persone che incontriamo per strada, alla posta, al mercato e sentirsi insieme Famiglia di Dio in cammino.
Per chi entra nella chiesa della nostra casa è interessante fare attenzione a un dettaglio. Nell’abside, dietro l’altare, è collocato un grande crocifisso, mentre di fronte a questo crocifisso, in fondo alla navata centrale, il nostro Superiore p. Pietro ha voluto appendere un quadro del nostro Fondatore, San Guido Maria Conforti.
Questa disposizione ci rinvia alle origini della vocazione del Conforti e dei Saveriani. Il giovane Guido, sulla strada che lo conduceva a scuola, aveva l’abitudine di fermarsi a pregare in una chiesa, davanti ad un grande crocifisso. San Guido ricorda questa esperienza forte con parole precise: “Io guardavo lui e lui guardava me e pareva mi dicesse tante cose”.
