Il grande “regista” della troupe
Sul finire dell’estate, una notizia ci ha rattristato tutti: padre Romano Didoné, decano della comunità saveriana di Brescia e storico “economo”, ha dovuto trasferirsi alla casa madre di Parma per essere seguito meglio, come merita un ottantaduenne che dopo tanto instancabile lavoro, vede i primi acciacchi dell’età affievolire un fisico asciutto e leggero.
Ma se la salute inizia a fare i capricci, lo spirito di p. Romano rimane indomito. Fino all’ultimo giorno di permanenza a Brescia ha consegnato la posta nei vari uffici e ha “diretto” le operazioni in cucina.
Tutti, tranne lui!
Padre Romano è un po’ un simbolo dei saveriani a Brescia. Qui dal 1992, conosceva tutti i sacerdoti di Brescia, che si riferivano a lui per avere un aiuto nel ministero delle confessioni e delle Messe, per offrire ai saveriani giornate missionarie e intenzioni di sante Messe da celebrare. Già da qualche mese i sacerdoti hanno trovato un sostituto per questo importante servizio in diocesi: è p. Salvatore Marongiu, sardo di origine, missionario in Congo ed esperto in computer e network (Cell. 331 2966416).
Ma anche nella comunità saveriana il suo ruolo era così intenso, che si ha una sensazione strana non vederlo aggirarsi in refettorio, quando a pranzo e a cena controllava che tutto fosse in ordine… Era sempre il primo ad arrivare e l’ultimo a prendere posto per consumare i pasti quotidiani. Per non parlare, delle grandi occasioni di festa: spingeva il carrello porta-stoviglie avanti indietro nella sala Romanino più e più volte, preoccupandosi che tutti fossero serviti… Tutti tranne lui!
Era sempre lui a dettare i tempi di uscita delle portate e a guidare il team delle cameriere per una sera, come un regista cinematografico che prima di un ciak si accerta che tutto sia a posto. Così, dalla fine di agosto anche il personale della casa e della cucina sì è trovato privo di un fondamentale punto di riferimento. Ha preso il suo posto p. Marco Vigolo, che lavora a Brescia già da vari anni.
Un legame che rimane
Sarà strano anche trovare vuoto il suo ufficio al primo piano, con le carte sempre ordinate sulla scrivania e i biglietti pronti per ringraziare personalmente benefattori e benefattrici delle nostre missioni.
Mancherà la sua figura minuta e misurata, fatta di silenzi e poche parole, mai banali, che spesso coglievano nel segno per schiettezza.
Mancheranno le sue passeggiate nei corridoi o fino alla portineria, quasi a misurare il tempo nei passi lenti attraverso il cortile.
Per fortuna, Parma non è lontana, e p. Romano sarà felice di ricevere visite e telefonate dall’accento bresciano (Cell.333 8599321). Ci auguriamo che riesca a portare nella nuova comunità un pizzico di tutti noi, che l’abbiamo conosciuto in questi anni,
sicuri che i legami forti non si spezzano con un trasferimento.