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Il Covid-19 nelle missioni

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AFRICA

Congo RD. Dal 19 marzo nel Paese sono proibiti tutti gli incontri di oltre 20 persone; le scuole sono chiuse come pure i luoghi di culto, sport, cultura... I voli verso l’estero e all’interno sono cancellati, eccetto quelli commerciali. Le frontiere sono chiuse; i viaggi fluviali e terrestri sono ridotti e in alcuni casi proibiti. Per ora, la propagazione del virus è molto ridotta. Ma le norme non sono troppo rispettate. La maggioranza della gente in città vive alla giornata. Il virus della fame potrebbe diventare più pericoloso del Covid-19… (p. Sebastiano Amato, sx).

Burundi. Malgrado l’incertezza sulla presenza del Covid 19, a Bugwana abbiamo celebrato quasi normalmente la Pasqua. Così nelle altre parti del Paese. Alla veglia abbiamo avuto 400 battesimi di adulti, 38 dei quali hanno celebrato anche il matrimonio. L’essere in comunione è stato l’elemento che ci ha caratterizzato, consapevoli che alcuni confratelli e alcune comunità non potevano celebrare (p. Raphaël NkoA, sx - Bugwana, Burundi).

Camerun-Ciad. Abbiamo deciso che il Santissimo sia sempre esposto nella chiesa parrocchiale, così che la gente possa pregare, visto che celebrazioni e altre attività sono sospese. La settimana santa è stata vissuta in famiglia. La domenica di Pasqua non ci sono stati battesimi, ma una sola Eucaristia. Per il resto, ognuno segue le misure dettate dalle diocesi e dal governo (p. Antonio Lopez, sx - Yaoundé, Camerun)

Sierra Leone. Il primo caso di Covid-19 è un uomo di rientro dalla Francia. Nel frattempo, è aumentata la paura e il panico tra le persone poiché l'esperienza horror dell'Ebola è ancora fresca nella memoria di molti. Inoltre, la limitata struttura sanitaria del paese fa aumentare la nostra preoccupazione nell’eventualità che questo virus inizi a diffondersi facendo più vittime (p. Marsel Rante Taruk, sx - Freetown, Sierra Leone)

ASIA

p.6 covid AsiaFilippine. La Caritas di Manila ha consegnato un buono spesa di 1.000 pesos a testa, per aiutare 500 famiglie povere nella nostra parrocchia, che stanno soffrendo le conseguenze della crisi causata dal Covid-19. Essendo io l’incaricato della Cappellania di Sitio Militar (uno dei bassifondi, una zona-slum della parrocchia), ho chiesto al responsabile di preparare la lista dei nomi delle famiglie. La sera prima della distribuzione, ho ricevuto un messaggio da una famiglia, che mi ringraziava per il pensiero, ma avrebbero preferito offrire tale aiuto a una famiglia più bisognosa di loro. Non mi aspettavo di vedere tanta condivisione e onestà (p. Patrick Santiañez, sx Quezon City - Filippine).

Giappone. Siamo in un momento di sospensione, per capire se le cose sono andate bene o se tutto deve ancora arrivare. Non si può nascondere la ferita per lo shock psicologico ed economico causato dal rinvio delle imminenti Olimpiadi al 2021. Noi saveriani, in due diverse e distanti zone del paese, seguiamo anche varie disposizioni sulla pastorale. Naturalmente ci viene richiesta molta prudenza. Abbiamo molto tempo a disposizione per preghiera e studio o lavori “casalinghi”. Ci auguriamo che la vita fraterna saveriana possa essere di sostegno in questo momento particolare (p. Claudio Codenotti, sx – Izumisano, Giappone)

Indonesia. Nella parrocchia di Aek Nabara, nel nord di Sumatra, e in quella di Rantau Prapat stiamo tutti bene. Le strade sono meno affollate, ma la gente si sta ancora spostando. Tutti parlano di Covid-19, però è difficile ottenere un aggiornamento sull'evoluzione della situazione. Secondo The Jakarta Post, quotidiano indipendente, sembra che ci siano tensioni tra lo Stato e i governi locali su come affrontare la pandemia. Il nostro arcivescovo ha esteso il decreto di emergenza fino al 29 maggio (p. Valentin Shukuru, sx - Aek Nabara, Indonesia).

Taiwan. Siamo tutti “ai nostri posti”. A Taiwan le competenti autorità stanno gestendo la situazione in modo esemplare. Fin dall’inizio non hanno sottovalutato il problema e hanno predisposto le misure necessarie, permettendo comunque un quasi normale ritmo di vita. La gente obbedisce senza esitare alle direttive. Alcune amiche hanno voluto essere partecipi della tragica situazione che si sta vivendo in Italia e hanno spedito a Parma quasi tremila mascherine. La loro solidarietà è segno di fede e un chiaro esempio che il carisma di S. Guido è sempre vivo (p. Fabrizio Tosolini, sx - Taiwan)

Thailandia. Nonostante il coprifuoco e l'isolamento, a Umphang riusciamo a incontrarci con la nostra piccola comunità cristiana. Nel rispetto delle misure di sicurezza e prevenzione, siamo riusciti a celebrare la santa Messa di Pasqua con una famiglia cristiana. Nel villaggio Km 48, è stata trasmessa in streaming. Non ci si aspettava una così grande partecipazione (p. Tardelly, sx - Umphang, Thailandia)

Nel Paese c'è più libertà di movimento, ma gli spostamenti sono fortemente sconsigliati o addirittura proibiti. Inoltre dalle 10 di sera alle 4 del mattino c'è il coprifuoco su tutto il territorio nazionale. Il villaggio Km 48 è chiuso, così come le chiese e molte attività. Il governo ha posticipato l’inizio del nuovo anno scolastico a luglio. Le strade del villaggio sono stranamente deserte e silenziose. P. Alessio Crippa e p. Tardelly, a Um Phang, hanno cancellato i campi scuola in programma. Abbiamo ricevuto da una congregazione di suore a Bangkok circa mille mascherine e 900 confezioni di sapone liquido. Le distribuiremo alle famiglie più povere (p. Giovanni Matteazzi, sx - Km 48, Thailandia).

AMERICA LATINA

Brasile. Bolsonaro è arrivato a negare l'evidenza scientifica del Covid-19 (nonostante le immagini di Manaus abbiano fatto il giro del mondo). Insomma, qui non abbiamo più solo un virus letale ma due! A Ourilandia, quasi 1000 km da Belém, siamo confinati nella casa parrocchiale. I giorni passano e fortunatamente c’è il giardino e molto tempo per pensare, pregare, leggere, scrivere. Un detto siciliano dice: "La nostra casa n’abbrazza e ni vasa" (la nostra casa ci abbraccia e ci bacia). Sì, ognuno deve ringraziare per la propria casa che non sono i muri, ma le persone con cui viviamo (p. Luigi Anzalone, sx - Ourilandia, Brasile).

Messico. Ad Acoyotla, la situazione è tranquilla. Staremo a vedere cosa succede quando torneranno in parrocchia tante persone che lavorano nelle grandi città: Città del Messico, Monterrey e Guadalajara. Molti di loro, tra l’altro, a causa del Covid-19 hanno perso il lavoro e questo sarà un grande problema. Abbiamo deciso di prendere le misure di restrizione indicate dal governo. La chiesa parrocchiale resta aperta per la preghiera personale dei fedeli, evitando assembramenti (p. Jesús Paulo Rivera Payán, sx - Acoyotla, Messico).

EUROPA

Spagna. Stiamo "combattendo" il virus, riorganizzandoci. Tutti abbiamo avuto il Coronavirus, a causa del quale abbiamo perso p. Giancarlo Anzanello. La logistica, la pulizia, il cibo, le spese, portare il cibo nelle stanze… hanno richiesto molta generosità da parte di ciascuno. Ringraziamo i medici che ci hanno seguito. La situazione a Madrid è piuttosto complicata... Comunque sembra di vedere qualche luce ala fine del doloroso tunnel in cui siamo intrappolati (p. Carlos Collantes Díez, sx - Madrid)

Francia. I vescovi hanno elaborato un documento nel quale i liturgisti hanno adattato alle dimensioni familiari le celebrazioni del triduo pasquale. Ed è interessante che una nuova figura di "celebrante" (non sacramentale) sia emersa. È definito "Celui qui préside" (cioè, il papà o la mamma, o la nonna, o il fratello maggiore...). Speriamo che anche dopo l'emergenza, si faccia tesoro dell'esperienza (Nogent sur Marne - p. Paolo Tovo, sx).

Regno Unito. I due centri saveriani a Coatbridge (Scozia) e Preston (Inghilterra) sono stati chiusi per due settimane e la parrocchia di Glasgow (Scozia) è limitata a un confratello che celebra l’Eucaristia in streaming-live. La Pasqua è stata sicuramente un momento molto diverso per tutti (p. Jim Clarke, sx -Preston, Scozia)

La voce dei missionari

La storia (e le epidemie) si ripetono…

Ecco cosa scriveva mons. Conforti, il 27 gennaio 1890, a don Giuseppe Venturini su una epidemia influenzale nel seminario di Parma.

p.6 Conforti Ravenna Costalonga 001Caro don Giuseppe,
è purtroppo vero quanto ti è stato riferito, che anzi ebbi di vantaggio. L’influenza ha proprio imperversato nei giorni testé decorsi, e buona parte di seminaristi fu colpita da questa noiosissima infermità. Più di trenta si trovarono in letto ad un tempo, e gli altri tutti ben poca speranza avevano di andarne illesi. Non era più possibile procedere di questo passo, per cui si venne nella deliberazione di licenziare gli alunni e di sospendere le scuole, le quali si riapriranno dopo la solennità della Purificazione. Ciò poi che ha messo il colmo alla costernazione è stata la fine tragica ed inaspettata del povero Tebaldi, soffocato da uno sgorgo impetuoso di sangue. La mattina del giorno 19 rimanevasi in letto accusando un leggero mal di testa. Verso le ore 2 pomeridiane fu visitato dal medico che nulla trovò di grave, e la stessa sera alle ore 8.30 circa giaceva freddo cadavere. Non ha potuto ricevere gli ultimi sacramenti, ma ci è caro sperare che il Signore l’abbia chiamato in buon punto, poiché era un vero Angelo ed è morto lasciando vivissimo desiderio di sé. Lo raccomando alle tue orazioni.
Io grazie al Cielo sto ottimamente, benché nei giorni ora decorsi abbia sofferto non poco, oppresso dai soliti reumi. Anche il Sig. Rettore non gode cattiva salute. L’influenza continua ad imperversare in città, l’ospedale è letteralmente ingombro, le farmacie son messe a ruba, il numero degli ammalati si fa salire a 20.000!
Salutami i tuoi buoni genitori e tienimi presente nel Santo Sacrifizio.
Aff.mo in Cristo - Don Guido M. Conforti



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