Il binomio “essere e agire”
Saverio e i saveriani del nordest
La comunità saveriana di San Pietro in Vincoli accoglie spesso gruppi ecclesiali. Vengono per programmare le attività più importanti della chiesa: liturgia, carità, pastorale, catechesi. Si concentrano sul modo di agire . Oppure, vengono per prepararsi a ricevere un sacramento, per meditare e pregare. Si concentrano sul modo di essere .
Anche i missionari saveriani vengono spesso in questa casa per programmare e per pregare. Questa volta parliamo proprio di noi.
Raduno del nordest saveriano
È ormai una tradizione. Due volte l'anno, le comunità saveriane del nordest - Udine, Venezia, Vicenza e S. Pietro in Vincoli - si ritrovano per un incontro di fraternità. L'ultima volta è toccato a noi ricevere gli ospiti. Per aiutarci a riflettere, di solito invitiamo qualche ospite di riguardo. Ricorre l'anno del Saverio, e l'ospite non poteva essere più illustre: il superiore generale dei saveriani p. Rino Benzoni.
Abbiamo riflettuto proprio su san Francesco Saverio, ma in modo originale. Ci saremmo aspettati che p. Rino ci parlasse dello zelo missionario del Saverio o del suo amore per Cristo. Un amore così forte che - si dice - gli avrebbe procurato l'incurvamento delle costole vicino al cuore... Invece, p. Rino ha sfogliato il testo delle lettere che san Francesco mandava al maestro sant'Ignazio.
In una di queste lettere, il Saverio chiede più missionari e indica le doti che devono avere: non devono essere troppo giovani, ma devono avere tanta umiltà, mansuetudine e castità. Ma quello su cui insiste di più è proprio l'umiltà, tanto da farne la virtù basilare per un buon missionario. Anche san Pietro, nelle sue lettere, parla dell'umiltà come di un vestito da portare sempre addosso: “nei rapporti vicendevoli rivestitevi di umiltà”.
Umiltà: virtù missionaria
Con l'andare del tempo, anche il linguaggio cambia. Si inseriscono parole nuove, mentre altre vanno in disuso e scompaiono. Questa sorte ha colpito anche la virtù dell'umiltà. Se ne parla davvero poco! “Nel corredo del missionario, di virtù ce ne vogliono parecchie e di buona qualità; ma se gli manca l'umiltà, la sua missione fallisce” - afferma p. Rino sfogliando le lettere del Saverio.
Umiltà deriva dalla parola latina “humus”, terra. Senza questa virtù, il missionario non conosce se stesso, non mette in discussione le sue idee e il suo modo di agire; e così si sbarra la strada per farsi accettare. Anche i suoi bei progetti possono fallire, se il missionario attribuisce troppa importanza a se stesso, tanto da credere che l'opera del Regno sia più sua che di Dio. La missione è opera di Dio. Il missionario che non è umile si mette al posto di Dio. Così la missione, anziché essere fondata sulla roccia, è fondata sulla sabbia.
Il futuro con ottimismo
Dopo la preghiera e la riflessione, p. Rino, come un buon padre di famiglia, ci ha presentato un'ampia panoramica sui saveriani sparsi nel mondo. Ha anche risposto alle varie domande che gli abbiamo rivolto, con il desiderio di conoscere la situazione generale della nostra congregazione. Certo, le difficoltà sono numerose. Ma il Signore ci consola, dandoci anche abbastanza ragioni per un fondato ottimismo. Per questo lo ringraziamo.
Il giorno seguente ci siamo ritrovati a pregare nell'ultramillenario santuario di Comacchio, ai piedi dell'immagine di Santa Maria in Aula Regia. Siamo stati accolti dalla calda fraternità dei cappuccini, che ha compensato la rigida temperatura invernale. Dopo un'allegra sosta in un locale tipico, per gustare la rinomata anguilla, il gruppo si è diviso prendendo ognuno la via di casa.