Difficile da spiegare, facile da vedere
Papa Francesco è un perfetto direttore editoriale. Non credo che fare il giornalista sia mai stata la sua massima aspirazione, ma un tema come quello della misericordia, scelto per l’anno giubilare, per noi è da premio Pulitzer. Cosa c’è di meglio, infatti, che andare a scoprire come è vissuta la misericordia nelle varie missioni in cui i saveriani sono impegnati?!
Vi ricordate quando a scuola si imparavano a declinare le parole e a coniugare i verbi? Ecco, nel 2016, cari lettori, vi portiamo a scoprire come è coniugata la misericordia, dall’Asia, all’Africa, passando per l’America latina. E in questo numero di apertura del 2016 abbiamo pensato di iniziare dal Bangladesh, grazie ai contributi di alcuni saveriani, e non solo, che ringraziamo per questo dono prezioso.
È bello scoprire che, talvolta, nelle lingue locali non esiste neppure il termine “misericordia”. Padre Gargano parla di concetto astratto più difficile da spiegare che da vivere. In molti casi, infatti, “essere misericordiosi” si traduce nella pratica, si racconta con le storie vissute, senza trovare perifrasi o termini alternativi per spiegare.
È ciò che emerge da questa pagina che vi conduce in posti diversi, ma con un unico filo conduttore: la strada, i bisognosi, gli emarginati. È in strada che padre Giuà ha assistito e contribuito a gesti di misericordia, è tra i bisognosi che p. Gabriele Spiga presta la sua amorevole cura per chi è rifiutato dalla società attraverso espedienti e invenzioni incredibili, è tra gli emarginati dell’immensa periferia di Dhaka che p. Riccardo Tobanelli si prodiga perché possa esserci un futuro anche per i più piccoli, spesso vittime della scelta degli adulti e in balia dei pericoli che la strada impone.
Ed è bello leggere come una coppia di sposi osserva e si lascia cambiare da questo mondo che ora, in qualche modo, incontriamo e vediamo anche nelle periferie del mondo Occidentale.