Skip to main content

Corrispondenza da Sierra Leone e Italia

Condividi su

Il "Padre Nostro" in esperanto

Rileggendo il vostro giornale di giugno, mi sono soffermata sulla lettera di una signora di Roma che chiedeva l’Ave Maria in varie lingue. Sarebbe un po’ lunga scriverla in tutte le lingue che lei nomina, gliela scrivo invece in quella che le sintetizza tutte e che tutti dovrebbero conoscere: l’esperanto. "Saluton Maira, gracoplena, la Sinjoro estas kun vi, benata estas vi inter la virinoj, kaj benata estas frukto de via sino, Jesuo. Sankta Maria, patrino de Dio, pregu por ni pekantoj, non kaj en la horo de nia morto. Amen". Grazie, anzi Dankon!

  • Francesca, Vicenza.

Notizie dalla Sierra Leone

"Abbiamo celebrato in unione di cuore con tutti i Saveriani sparsi nel mondo la festa del Beato Fondatore. Gli chiediamo di esserci ancora padre ed ispiratore nell’impegno della missione, là dove ci richiede sacrificio e disponibilità nel dono della nostra vita. La situazione dei nostri due confratelli prigionieri da mesi tra i ribelli, i padri Mosele e Manganello, è stazionaria: a momenti in cui sembra che la liberazione sia vicina, seguono notizie che smentiscono questa speranza. È arrivata Adriana, piena di gioia. Dice che è come se non fosse stata mai via. Siamo contenti nel constatare che le Saveriane non hanno abbandonato la Sierra Leone. Grazie a tutti quelli che ci ricordano e pregano per noi".

  • p. Nazzareno Bramati.

Ho conosciuto Tonino Bello

Quando sento nominare don Tonino Bello mi si apre il cuore e sogno il giorno in cui lo vedrò sugli altari, dall’altro mondo, si capisce, perché ho 77 anni. Io l’ho conosciuto di persona, era già malato, ma ispirava solo amore per gli altri, dimentico delle sue sofferenze. Conservo una sua lettera come una reliquia, lettera che mi scrisse in occasione del ritorno alla casa del Padre di Annalisa, la mia diletta nipote di 20 anni.

Nell’ultimo numero di "Missionari Saveriani" fa il suo nome tre volte, e in prima pagina riporta le sue parole: "I gesti semplici e disarmati cambieranno il mondo". Don Tonino, vescovo, ha scritto pagine e pagine di una bellezza stupenda; da esse traspare non solo il santo, ma anche il poeta e l’amico di tutti, specialmente degli ultimi. Perché non scrivete un articolo su di lui? Sarà letto con molto interesse da quelli che capiscono. Grazie di avermi letto e saluti affettuosi.

  • Anna, Portici – NA.

"Se io prego in zingaro, Dio mi capisce?"

Ho visto con gioia che sul numero di ottobre hai pubblicato il mio articolo sui Rom; te ne ringrazio di cuore, soprattutto per le prese di posizione che un po’ dappertutto si stanno prendendo sul tema dell’immigrazione. Oggi, con l’aria che tira anche all’interno della Chiesa, non è poco. Anch’io, che vivo da anni nella roulotte d’un campo di zingari, rimango un poco disorientato, a volte anche scoraggiato, quando tocco con mano che il pensiero di qualche importante uomo di Chiesa viene condiviso da tante persone, anche da qualche Saveriano. Coraggio, e tanti auguri.

  • p. Agostino, Collalto - PI.


Risponde Padre Ettore

Il numero di ottobre di "Missionari Saveriani" aveva dedicato la prima pagina e il paginone alla realtà degli emigranti che vivono nel nostro Paese. Ho ricevuto moltissime lettere, che dimostrano come il problema sia molto sentito (e questa non è una novità), e che le mie pagine vengono lette, con attenzione e sana critica. Ringrazio tutti, anche coloro che la pensano diversamente da me e contestano quanto scrivo. Naturalmente ho risposto ad ognuno.

Purtroppo l’esiguo spazio di questa mezza pagina non mi consente di pubblicarle tutte. Certamente l’Italia non è un Paese razzista, ma di razzisti, più o meno duri e convinti, ce ne sono: un razzismo che si manifesta nel linguaggio, nel luogo comune, nel sentirsi minacciati dalle persone diverse da noi.

Il cammino verso una società multietnica e multiculturale sarà un cammino lunghissimo, doloroso, irto di ostacoli e trappole.

Ma il cristiano è chiamato a percorrerlo con impegno, aiutando coloro che vivono nel pregiudizio ad aprirsi all’accoglienza e alla solidarietà. La Chiesa non è l’hortusconclusus(il giardino custodito) di cui parla il Cantico dei Cantici: un bel giardino da difendere, la casa nel cui tepore si vive tranquilli. Anche qualche eminente uomo di Chiesa sembra cedere alla tentazione di costruire siepi e mura attorno al proprio orticello.

La Chiesa è sale, è il lievito di cui parla il Vangelo; la Chiesa, fin dai primi tempi, ha vissuto il martirio, come Cristo crocifisso, il suo Fondatore.

La Chiesa delle catacombe, della profezia, della crocifissione e della Pasqua. A questa Chiesa deve guardare il cristiano autentico.

  • p. Ettore, sx.


Scarica questa edizione in formato PDF

Dimensione 5255.29 KB

Gentile lettore,
Continueremo a fare tutto per portarvi sempre notizie d'attualità, testimonianze e riflessioni dalle nostre missioni.
Grazie per sostenere il nostro Giornale.


Altri articoli

Edizione di Aprile 2011

La Missione: Dolore, speranza e orgoglio

Padre Claudio è un saveriano bresciano, attualmente responsabile della missione di Kaizuka, nella diocesi di Osaka, e direttore di una scuola per l...
Edizione di Febbraio 2007

Saverio e fraternità sacerdotale, Con il reggino p. D. Calarco

Chissà se san Francesco Saverio aveva in mente di fare anche questa grazia alla chiesa: promuovere la fraternità sacerdotale, tanto necessaria e be...
Edizione di Maggio 2006

Un pezzo di storia da amare

Queste sono le prime righe del diario di bordo, che accompagna il cammino della comunità internazionale della teologia di Parma da quando, nel...
Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito